La bellezza nella Parola

“In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.” (Gv 21,1-8)


L’apparizione di Gesù Risorto ai suoi discepoli, come ci racconta l’ultimo capitolo del Vangelo giovanneo è ben illustrata da Duccio Di Boninsegna nella Pala d’altare della Maestà (1308-11, Museo dell’Opera del Duomo a Siena), capolavoro dell’artista ed uno dei dipinti più importanti dell’arte trecentesca italiana. Cristo è sulla sinistra, mentre appare sulle rive del lago di Tiberiade; la cui figura risulta quasi dimezzata dal taglio della composizione, mentre si rivolge ai pescatori, invitandoli, dopo una notte infruttuosa, a gettare nuovamente le reti. I personaggi che issano la rete piena di pesci si evidenziano per la loro nettezza e corposità, conferendo un particolare significato all’intero contesto, che va oltre il tradizionale narrativo. Tra essi c’è Pietro che cammina verso di lui librato sulle acque rivolto verso Gesù e sembra camminare sulle acque. Sulla barca una parte degli Apostoli volge lo sguardo verso Gesù, mentre due di loro sono ricurvi sulle reti e cercano di tirare sulla barca il prezioso bottino di pesca. Non c’è, al di là della roccia, alcun elemento paesaggistico: su uno sfondo dorato e simbolico, ulteriormente contrassegnato dal ruolo regale di un Cristo (che porta i segni della Passione) posto su una roccia, a determinare l’azione miracolosa della pesca che sta svolgendosi. Non vi sono al di là della facile interpretazione del racconto, elementi propriamente realistici: le proporzioni non sono minimamente rispettati in una barca piccola e strapiena di sei uomini e di un Pietro che cammina irrealisticamente. Gli sguardo di quattro dei sei pescatori sono rivolti al Risorto (gli altri due tirano le reti). La scena è contestualmente statica e dinamica: statica nelle pose fisse dei personaggi, dinamica nell’azione della pesca. Strutturalmente è divisibile in due sezioni, una a sinistra simmetrica tra Cristo e Pietro, l’altra a destra con i pescatori.