La bellezza nella Parola

“Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. (…) Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».” (Lc 2,22.25-32)

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Colgo l’episodio della Presentazione al Tempio di Gesù attraverso imponente (larga 2,98 m. e alta 2,39 m.) all’opera di Tintoretto (Jacopo Robusti), realizzata nel 1554-56 per la chiesa di Santa Maria dei Crociferi ed ora conservato alle Gallerie dell’Accademia a Venezia.

Si noti la dinamicità delle figure e l’uso drammatico della luce (tipico dell’artista), mettendo in risalto le figure principali e creando ombre che aggiungono profondità e consistenza alla scena, utilizzando magistralmente una ricca tavolozza di colori, creando un’atmosfera vibrante e drammatica. Al centro della composizione c’è Maria, vestita con una ricca veste rossa rivestita di un manto blu sulle spalle, che presenta delicatamente sull’altare il bambino Gesù a Simeone, anziano, con una fluente barba bianca e vesti rosse e blu, guarda il bambino con riverenza. Giuseppe, più in basso, con una veste ornata d’oro e manto blu, sta partecipando a questo momento sacro. Un sacerdote, adornato di mitria e paramenti elaborati, sovrintende alla cerimonia. La scena è animata da una moltitudine di personaggi che circondano il gruppo centrale, con espressioni che vanno dalla pia solennità all’osservazione silenziosa. Si osservi la grandiosità architettonica dell’interno del tempio, con le sue colonne classiche e gli ornamenti elaborati. Si noti, poi, sui gradini sotto l’altare, una piccola botte, in riferimento alla Scuola dei Bottari, la corporazione che commissionò questo capolavoro. Il gioco di luci e ombre crea un senso di movimento e profondità, attirando lo sguardo sull’azione centrale e lasciando un profondo senso di solennità religiosa e stupore.