La parola di Papa Francesco

Mercoledì 22 gennaio 2025, all’udienza generale, Francesco ha ripreso il ciclo giubilare di catechesi su “Gesù Cristo nostra speranza” soffermandosi sull’ascolto e sulla disponibilità di Maria all’annuncio dell’angelo Gabriele.

E’ la “potenza trasformante della Parola di Dio che giunge non solo tra gli atrii del Tempio”, ma anche alla giovane Maria nella sua povera abitazione di Nazaret, “un paesino della Galilea, alla periferia di Israele.” Qui l’arcangelo Gabriele, “il messaggero dei grandi annunci divini, (…) reca un messaggio dalla forma e dal contenuto del tutto inauditi, tanto che il cuore di Maria ne viene scosso, turbato.”  L’invito “rallegrati!”, “gioisci!”, è un richiamo alla storia sacra come usavano i profeti per annunciare la venuta del Messia (cfr Sof 3,14; Gl 2,21-23; Zc 9,9). “È l’invito alla gioia che Dio rivolge al suo popolo quando finisce l’esilio e il Signore fa sentire la sua presenza viva e operante.”

E’ chiamata poi con un nome nuovo nella “storia biblica: kecharitoméne, che significa ‘riempita dalla grazia divina’. Maria è piena della grazia divina”. Ciò significa “che l’amore di Dio ha già da tempo abitato e continua a dimorare nel cuore di Maria”. Lei è “graziosa” , ma soprattutto indica come “la grazia di Dio abbia compiuto in lei una cesellatura interiore facendone il suo capolavoro: piena di grazia.”  Il saluto è accompagnato da una rassicurazione (Non temere!) che nella storia Dio dice ad Abramo, a Isacco, a Mosè, come pure anche a noi: non temere! “Io sono il tuo compagno di cammino (…) Sempre la presenza del Signore ci dà questa grazia di non temere.” L’Onnipotente, il Dio dell’impossibile (Lc 1,37) “è con Maria, è insieme e accanto a lei, è il suo compagno, il suo alleato principale, l’eterno «Io-con-te» (cfr Gen 28,15; Es 3,12; Gdc 6,12).”

L’arcangelo poi annuncia alla Vergine la sua missione, riecheggiando “nel suo cuore numerosi passi biblici riferiti alla regalità e messianicità del bambino che dovrà nascere da lei e che il bambino sarà presentato come compimento delle antiche profezie.”  La Parola divina “chiama Maria ad essere la madre del Messia (…) davidico tanto atteso”, ma non “sarà re non alla maniera umana e carnale, ma alla maniera divina, spirituale. Il suo nome sarà Gesù”, cioè “Dio salva” (cfr Lc 1,31; Mt 1,21), per ricordare “a tutti e per sempre che non è l’uomo a salvare, ma solo Dio.” Infatti “Gesù è Colui che compie queste parole del profeta Isaia: Non un inviato né un angelo, ma egli stesso li ha salvati; con amore e compassione (Is 63,9).”

Maria è scossa da questa maternità, ma “da donna intelligente qual è, capace cioè di leggere dentro gli avvenimenti (cfr Lc 2,19.51), (…) cerca di comprendere, di discernere ciò che sta capitando.” Ella non cerca fuori ma dentro, perché «in interiore homine habitat veritas» come scrive S. Agostino (De vera religione 39,72). Nel suo cuore aperto e sensibile, “sente l’invito a fidarsi di Dio, che ha preparato per lei una speciale Pentecoste” e, “come all’inizio della creazione (cfr Gen 1,2), Dio vuole ‘covare’ Maria con il suo Spirito, potenza capace di aprire ciò che è chiuso senza violarlo, senza intaccare la libertà umana; vuole avvolgerla nella «nube» della sua presenza (cfr 1Cor 10,1-2) perché il Figlio viva in lei e lei in Lui.”  Si accende di fiducia, perché è “una lampada a molte luci” ed “una camera nuziale fatta da Dio” (scrive Teofane nel suo Canone dell’Annunciazione). Si abbandona, obbedisce, fa spazio, accogliendo “il Verbo nella propria carne” per la “missione più grande che sia stata mai affidata (…) a una creatura umana. Si mette al servizio (..) come una collaboratrice di Dio Padre.”

Di qui l’invito ad imparare “da Maria, Madre del Salvatore e Madre nostra, a lasciarci aprire l’orecchio dalla divina Parola, ad accoglierla e custodirla, perché trasformi i nostri cuori in tabernacoli della sua presenza, in case ospitali dove crescere la speranza.”

Chiediamoci:

  • Leggo nel saluto di Gabriele il richiamo alla venuta del Messia nella storia sacra?
  • Colgo l’invito alla gioia che Dio rivolge al suo popolo?
  • Guarda alla preziosità della grazia divina di cui è ripiena Maria S.S.?
  • Capisco che la presenza del Signore mi dà la grazia di non temere?
  • Mi ricordo che non è l’uomo a salvare, ma solo Dio?
  • Imparo da Maria a leggere dentro gli avvenimenti, cercando di comprendere, di discernere ciò che sta capitando?
  • Sento l’invito a fidarsi di Dio, a compiere la sua volontà?
  • Chiedo l’aiuto della S. Vergine per obbedire, abbandonarmi, fare spazio a Dio nella mia vita?
  • Voglio imparare da Maria ad accogliere e custodire la Parola perché trasformi i nostri cuori in tabernacoli della sua presenza?