La bellezza nella Parola

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. (…) Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».” (Lc 21,25-28.36)

Colgo l’invito a vegliare, commentando il brano evangelico di Luca (che ci accompagnerà in questo nuovo anno liturgico) attraverso l’opera di quello straordinario artista che è Vincent Van Gogh (1853-1890).

Egli (che non dimentichiamo, figlio di un pastore protestante, fu egli stesso predicatore evangelico) “copiando” (ma profondamente reinterpretando) un’opera (che realizzò nell’ottobre 1889) analoga di Jean Francois Millet (l’autore del celeberrimo Angelus), da lui sempre ammirato, che esprime il senso profondo dell’attenzione. E’ una veglia resa attraverso a due personaggi umili, semplici che sono al centro della scena, alla luce di una lampada: una scena semplice scena davanti al focolare, una casa illuminata dalla luce della lampada quasi a dargli un senso di sacralità. Due semplici contadini, due genitori (si vede su fondo il figlio già a letto), in un ambiente familiare semplice, con il gatto a sinistra presso il focolare ed uno scaffale con alcuni oggetti sulla destra. L’uomo è intento ad intrecciare del vimini, mentre la donna sta cucendo. Come non cogliere in questo il riferimento a Cristo Luce del mondo, a quella luce che nella venuta di Gesù illumina l’universo ?

“Deve venire, (scrive don Clemente Rebora, uno di più lucidi e profondi poeti del Novecento) /verrà, se resisto/a sbocciare non visto,/verrà d’improvviso,/quando meno l’avverto./ (…) verrà a farmi certo/ del suo e mio tesoro,/ verrà come ristoro/ delle mie e sue pene,/ verrà, forse già viene/ il suo bisbiglio.”