“In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».” (Gv 18,33-37)
La solennità di Cristo Re ci riporta ai racconti della passione del Signore ed in particolare al dialogo che Gesù ha con il procuratore romano Ponzio Pilato, che colgo nella rappresentazione che ne dà Benedetto Caliari, fratello del più noto Paolo (detto il Veronese). La grande tela (300×448 cm), realizzata tra il 1578/1580 per la chiesa di San Nicolò alla Lattuga a Venezia, ora è conservata alle Gallerie dell’Accademia a Venezia.
L’opera è ispirata alla maniera del fratello nell’impostazione ed organizzazione della composizione con una serie di dettagli volti a richiamare minuziosamente ogni momento del racconto evangelico.
Gesù viene raffigurato legato, circondato dai soldati che lo trascinano per farlo avanzare, mentre dietro di lui si apre il corteo dei suoi accusatori, sacerdoti ed anziani connotati accuratamente nelle fisionomie e nelle vesti. Un primo gruppo circonda il Signore presentandolo a Pilato, mentre unse cono è sulla destra. La scritta sul primo gradino della scalinata, (“sicut ovis ad occisione ductus est [così egli come una pecora fu condotto al macello]” Is 53,7) allude sia alla condanna di Gesù, sia all’atteggiamento di remissione da arte di Gesù, rappresentato a capo chino, mentre Pilato lo scruta dall’alto del suo seggio, sotto un ampio baldacchino, con uno scorcio classicheggiante sullo sfondo. Accanto a Pilato si vede la moglie, Claudia Procula, che cerca di distoglierlo dall’occuparsi di Gesù, avendo avuto dei sogni premonitori (cfr. Mt 27, 19).
Un altro interessante dettaglio, inserito in primo piano nell’angolo sinistro, è quello della lancia e della lanterna, alludendo al momento precedente della cattura di Cristo nell’orto degli ulivi.