La parola di Papa Francesco

All’Angelus, domenica 15 settembre 2024, di ritorno dal lungo viaggio apostolico in Estremo Oriente, il Papa, commentando il vangelo domenicale, guardando all’atteggiamento dell’apostolo Pietro, ha invitato tutti ad interrogarsi su che cosa significhi davvero conoscere Gesù.

Egli ha ricordato come alla domanda di Gesù (“voi chi dite che io sia?”) Pietro risponda “in maniera perfetta, dicendo a Gesù che Egli è il Cristo”, ma poi si opponga quando Gesù stesso comincia a parlare della sofferenza e della morte che lo attendono, tanto da suscitare il suo duro rimprovero.

Dietro “c’è ancora un modo di pensare secondo gli uomini, una mentalità che immagina un Messia forte, un Messia vittorioso, che non può soffrire o morire. (…) Egli deve ancora cambiare mentalità, egli deve ancora convertirsi.”

Il messaggio evangelico è importante anche per noi, un messaggio che va ben oltre il conoscere la dottrina, il recitare le preghiere e il rispondere usando “le formule imparate al catechismo”.

Infatti, “per conoscere il Signore non basta sapere qualcosa di Lui, ma occorre mettersi alla sua sequela, lasciarsi toccare e cambiare dal suo Vangelo. Si tratta cioè di avere con Lui una relazione, un incontro (…) che cambia la vita: cambia il modo di essere, cambia il modo di pensare, cambia le relazioni che hai con i fratelli, la disponibilità ad accogliere e a perdonare, cambia le scelte che fai nella vita. Tutto cambia se davvero hai conosciuto Gesù! Tutto cambia.”

Per questo Francesco ha insistito sul bisogno di conversione, citando il teologo e pastore luterano Bonhoeffer, vittima del nazismo, che scrive: “il problema che non mi lascia mai tranquillo è quello di sapere che cosa sia veramente per noi oggi il cristianesimo o anche chi sia Cristo” (Resistenza e Resa. Lettere e scritti dal carcere, Cinisello Balsamo 1996, 348).

Oggi purtroppo “tanti non si pongono più questa domanda e restano ‘tranquilli’, addormentati anche lontano da Dio.” È importante invece lasciarsi scomodare e chiedersi che posto occupi Gesù nella mia vita. 

Al termine, instancabilmente, il Papa è tornato ad invocare la pace nelle zone di conflitto perché “cessino le violenze, si liberino gli ostaggi, continuino i negoziati e si trovino soluzioni per la pace”.  Egli ha ricordato le tante guerre che insanguinano il mondo” e ancora la “martoriata Ucraina” e il Mynamar, dove (come nel Vietnam) le popolazioni stanno soffrendo le conseguenze delle inondazioni provocate dal tifone Yagi con centinaia di vittime e dispersi: “Dio sostenga quanti hanno perso i loro cari e la loro casa, e benedica quanti stanno portando aiuto.” Ha anche ricordato la beatificazione a Città del Messico di Moisés Lira Serafíne e la Giornata di sensibilizzazione per la SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica auspicando che si intensifichi la ricerca per la cura di questa patologia.

Chiediamoci:

  • Chi è Gesù per me?
  • Che posto occupa nella mia vita?
  • Lo seguo solo a parole oppure mi lascio trasformare dall’incontro con Lui?
  • Penso secondo gli uomini o secondo Dio?
  • Il rispondere bene a qualche formula catechistica significa conoscere davvero Gesù?
  • Mi metto alla sua sequela, mi lascio toccare e cambiare dal suo Vangelo?
  • Voglio incontrare Gesù, perché cambi la mia vita?
  • Mi lascio scomodare da Cristo per convertirmi a Lui?
  • Prego per la pace per le tante zone dilaniate dai conflitti?