LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
“Convertitevi e credete al Vangelo”. E’ questa “la sorprendente novità” che sprigiona dal richiamo alla conversione che Benedetto XVI ha invitato a cogliere nel corso dell’Udienza generale del 17 febbraio, mercoledì delle ceneri.
La “conversione – ha avvertito il Papa – è andare controcorrente, dove la ‘corrente’ è lo stile di vita superficiale, incoerente ed illusorio, che spesso ci trascina, ci domina e ci rende schiavi del male o comunque prigionieri della mediocrità morale. Con la conversione, invece, si punta alla misura alta della vita cristiana, ci si affida al Vangelo vivente e personale, che è Cristo Gesù”.
E’ Cristo dunque la “meta finale e il senso profondo della conversione”, è Lui la “via sulla quale tutti sono chiamati a camminare nella vita, lasciandosi illuminare dalla sua luce”.
La conversione, infatti, “non è una semplice decisione morale, che rettifica la nostra condotta di vita, ma è una scelta di fede, che ci coinvolge interamente nella comunione intima con la persona viva e concreta di Gesù.”
Convertirsi e credere al Vangelo è un richiamo che accompagna tutti i passi del credente, è il “sì totale di chi consegna la propria esistenza al Vangelo, rispondendo liberamente a Cristo che per primo si offre all’uomo come via, verità e vita”, poiché Lui è “colui che solo lo libera e salva”.
Soffermandosi poi sul “piccolo gesto dell’imposizione delle ceneri” ha avvertito come sia “un invito a percorrere il tempo quaresimale come un’immersione più consapevole e più intensa nel mistero pasquale di Gesù, nella sua morte e risurrezione, mediante la partecipazione all’Eucaristia e alla vita di carità, che dall’Eucaristia nasce e nella quale trova il suo compimento”.
Domenica 21 febbraio, all’Angelus, ha parlato ancora della Quaresima come “tempo di penitenza, di preghiera, di opere di carità e di conversione”, come “un lungo ritiro” durante il quale “rientrare in se stessi e ascoltare la voce di Dio”, per vincere le tentazioni del Maligno.
“Un tempo di “agonismo” spirituale – afferma il Papa – da vivere insieme con Gesù, non con orgoglio e presunzione, bensì usando le armi della fede, cioè la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e la penitenza. In questo modo potremo giungere a celebrare la Pasqua in verità, pronti a rinnovare le promesse del nostro Battesimo”.
Commentando il vangelo domenicale delle tentazioni di Gesù ha sottolineato come queste non furono “un incidente di percorso”, ma la conseguenza della “scelta di Gesù di seguire la missione affidatagli dal Padre”.
“Cristo è venuto nel mondo per liberarci dal peccato e dal fascino ambiguo di progettare la nostra vita a prescindere da Dio. Egli l’ha fatto non con proclami altisonanti, ma lottando in prima persona contro il Tentatore, fino alla Croce. Questo esempio vale per tutti: il mondo si migliora incominciando da se stessi, cambiando, con la grazia di Dio, ciò che non va nella propria vita”.
Gian Paolo Cassano
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.