La bellezza nella Parola

“Elia s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Alzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Alzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. (1 Re 19, 4-8)

L’episodio veterotestamentario di Elia si può leggere come una chiara prefigurazione dell’Eucaristia; quel cibo che Dio gli procura lo sorregge nel cammino della vita, così come l’Eucaristia sorregge il cammino della vita del discepolo.

L’opera che propongo come riflessione è un capolavoro assoluto della pittura italiana del Cinquecento (eseguita tra il 1543 e il 1547), opera di Daniele Ricciarelli Da Volterra, collaboratore e amico di Michelangelo, mostrando l’influenza delle forme michelangiolesche alle cui invenzioni (dispiegate sulle volte della Cappella Sistina e nel Giudizio Universale) si ispira. E’ conservato alla Galleria degli Uffizi che recentemente l’ha acquisto da una collezione privata.

Raffigura la grandiosa figura di Elia che, svegliatosi dal sonno e desideroso di morire, fuggiasco perché perseguitato dalla perfida regina Gezabele, tra la focaccia e l’orcio d’acqua che Dio gli ha fatto trovare. E’ una rarissima iconografia del profeta, raffigurato in meditazione davanti al pane e al vino, simboli eucaristici, che la qualificano quale opera pionieristica per la pittura della Controriforma. Si notino inoltre il sacco utilizzato come giaciglio ed il delicato paesaggio sullo sfondo.

Elia è sdraiato sulla nuda terra, in atto di raccogliere, provato dalle sue fatiche, una focaccia: il racconto biblico narra come il profeta abbia ricevuto il cibo (da un angelo che s’era preso cura di lui e che tradizionalmente appare nei dipinti di soggetto analogo (la sua assenza qui è un fatto insolito). La presenza della focaccia e dell’acqua richiama il tema del sacramento eucaristico che, all’alba del Concilio tridentino, era oggetto delle dispute tra cattolici e protestanti. A Volterra la fede eucaristica era molto viva, anche in virtù del miracolo occorso in città nel 1472, quando un soldato che aveva profanato una pisside vide che il contenuto aveva preso a emettere raggi abbaglianti e rimase sconvolto per l’accaduto.