La parola di Papa Francesco

In occasione della Giornata mondiale Onu (dal 1987) contro l’abuso e il traffico illecito di droga, il Papa, all’udienza generale di mercoledì 26 giugno 2024 ha dedicato la catechesi alla tragica realtà delle tossicodipendenze, ricordando come la liberalizzazione del consumo di droghe come strategia per il suo contenimento sia “una fantasia“, indicando, come dice il tema della Giornata che “le prove sono chiare: bisogna investire nella prevenzione.”

San Giovanni Paolo II (il 4 giugno 1987 nel Messaggio alla conferenza internazionale sull’abuso di droga) affermava che “l’abuso di droga impoverisce ogni comunità in cui è presente” e “distrugge la voglia di vivere e di contribuire a una società migliore”. Egli non ha volto però dimenticare che ogni tossicodipendente “porta con sé una storia personale diversa, che deve essere ascoltata, compresa, amata e, per quanto possibile, guarita e purificata.” E’ la dignità di figli di Dio.

Non si possono però le azioni malvagie degli spacciatori e dei trafficanti di droga che sono degli assassini! Parole forti che già usò Papa Benedetto XVI (alla comunità Fazenda de Esperanca in Brasile il 12 maggio 2007): “dico ai trafficanti di droga che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto.” Perché la droga calpesta la dignità umana.

Per questo la via per ridurre la dipendenza dalle droghe non è la liberalizzazione perché si consuma di più. “Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose.”

Occorre denunciare con chiarezza che i “trafficanti di droga sono trafficanti di morte” (sono assassini per cui occorre pregare per la loro conversione) con un impatto distruttivo sulla nostra casa comune; è una “piaga, che produce violenza e semina sofferenza e morte” ed esige dalla società un atto di coraggio.

La via prioritaria “è quella della prevenzione, che si fa promuovendo maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita personale e comunitaria, accompagnando chi è in difficoltà e dando speranza nel futuro.”

E’ ciò che fanno le “comunità di recupero ispirate dal Vangelo” (molte visitate dal Pontefice nei suoi viaggi) che sono una “testimonianza forte e piena di speranza”. Confortano pure le diverse iniziative dei Vescovi per “promuovere legislazioni e politiche giuste riguardo al trattamento delle persone dipendenti dall’uso di droghe e alla prevenzione per fermare questo flagello,” come la rete de La Pastoral Latinoamericana de Acompañamiento y Prevençión de Adicciones (PLAPA) o l’azione dei vescovi dell’Africa Australe che nel novembre 2023 hanno convocato una riunione per “dare potere ai giovani come agenti di pace e speranza”.

Non si può rimanere indifferenti di fronte “alla tragica situazione della tossicodipendenza“, e allo “scandalo della produzione e del traffico illecito“. Il nostro modello è Gesù che “si è fermato, si è fatto vicino, ha curato le piaghe. Sullo stile della sua prossimità, siamo chiamati anche noi ad agire, a fermarci davanti alle situazioni di fragilità e di dolore, a saper ascoltare il grido della solitudine e dell’angoscia, a chinarci per sollevare e riportare a nuova vita coloro che cadono nella schiavitù della droga.”

Chiediamoci:

  • Rifletto sullo slogan della Giornata: “le prove sono chiare: bisogna investire nella prevenzione”?
  • Capisco che l’abuso di droga impoverisce ogni comunità distruggendo la voglia di vivere?
  • Guardo con amore al tossicodipendente e alla sua dignità che deve essere ascoltata, compresa, amata e, per quanto possibile, guarita e purificata?
  • Comprendo che la via per ridurre la dipendenza dalle droghe non è la liberalizzazione perché si consuma di più?
  • Prego per la conversione di quegli assassini e trafficanti di morte che sono i trafficanti di droga?
  • Guardo alla prevenzione come alla via prioritaria promuovendo maggiore giustizia, educando i giovani ai valori, accompagnando chi è in difficoltà e dando speranza nel futuro?
  • Conosco l’esempio delle tante comunità di recupero che si ispirano al Vangelo?
  • Prendo come modello il Signore Gesù, il suo stile di prossimità, per agire e fermarci davanti alle situazioni di fragilità e riportare a nuova vita coloro che cadono nella schiavitù della droga?