La bellezza nella Parola

Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».” (Mc 1,12-15)

A differenza degli altri sinottici, Marco non racconta il dialogo tra Gesù e il tentatore, ma aggiunge un particolare, cioè come stesse con le bestie selvatiche e fosse servito dagli angeli. E’ ciò che vediamo nell’opera originale di Alessandro Bonvicino detto Moretto da Brescia in cui troviamo raffigurato Gesù nel deserto alla vigilia del suo ministero pubblico, eseguita intorno al 1540 ed ora conservata al Metropolitan Museum of Art di New York. L’artista è considerato uno dei grandi maestri del primo Rinascimento bresciano, assieme al Savoldo e al Romanino.

Gesù (con una corona di luce appena definita) è sulla destra, seduto su di una roccia nel deserto, in un atteggiamento di meditazione e di preghiera, espresso con la mano appoggiata alla guancia, contemplando il cosmo attorno a sé. “Si tratta forse – scrive Timothy Verdon – di un immaginario intervallo tra l’essere ‘sospinto’ e l’essere ‘tentato’, in cui Cristo, il Verbo attraverso il quale tutte le cose sono state create, ne riscopre la freschezza, la novità, come se sentisse nelle creature del mondo l’azione di quello stesso Spirito che lo aveva riempito al battesimo.”

Sulla scena si nota infatti una varietà di animali che difficilmente potrebbero coesistere (uccelli, orso, leone, cervo…). Tra essi il cervo che indica l’anima che cerca Dio: nel Medioevo poi si riteneva che il cervo avesse la facoltà di resistere al veleno dei serpenti, bevendo molta acqua di sorgente. Per questo indica ai cristiani che affidandosi al Signore potranno vincere le tentazioni del peccato. Si nota inoltre la raffigurazione di un piccolo drago come simbolo del maligno. In alto sulla destra e a sinistra ci sono alcuni angeli che assistono il Signore che non intervengono nei 40 giorni di digiuno, ma solo alla fine. C’è una sorta di implicita simmetria e contrapposizione (uccello bianco e nero, albero rigoglioso e secco, angeli più definiti da una parte e più sfumati dall’altra…).