La parola di Papa Francesco

Mercoledì 15 novembre 2023, il Papa, all’Udienza generale, ha sintetizzato le catechesi sullo zelo apostolico alla luce dell’Evangelii gaudium, su cui tornerà nelle prossime udienze, attirando l’attenzione su quattro punti che sintetizzano il percorso fatto fin qui ricavandoli dalla sua esortazione apostolica, pubblicata 10 anni fa, che è un po’ il documento programmatico del suo pontificato. In questa occasione ha messo in rilievo come l’atteggiamento da cui dipende l’evangelizzazione sia la gioia.

Innanzitutto occorre ricordare che la gioia del cristiano nasce dal fatto che ciò che annuncia è una Persona: Gesù. Lui è la gioia e non può che essere la gioia a contraddistinguere chi lo annuncia. . Infatti o si annuncia Gesù con gioia, o non lo si annuncia, perché c’è altra via di annunciarlo che “sia capace di portare la vera realtà di Gesù.” Per questo motivo “un cristiano scontento, un cristiano triste, un cristiano insoddisfatto o, peggio ancora, risentito e rancoroso non è credibile. Questo parlerà di Gesù ma nessuno gli crederà. (…) È essenziale vigilare sui nostri sentimenti. L’evangelizzazione opera nella gratuità perché viene dalla pienezza, non dalla pressione. E quando si fa un’evangelizzazione – si vuole fare ma questo non va – in base a ideologie, questo non è evangelizzare, questo non è il Vangelo”, perché “non è una ideologia”, ma “un annuncio di gioia.”

Francesco ha poi fatto riferimento all’episodio dei due discepoli di Emmaus e degli altri nel Cenacolo che “non potevano credere dalla gioia” vedendo Gesù risorto. Infatti “l’incontro con Gesù sempre ti porta la gioia e se questo non succede a te, non è un vero incontro con Gesù”.

Ora “i primi a dover essere evangelizzati siamo noi cristiani: siamo noi.” E questo è importante per noi che siamo “immersi nel clima veloce e confuso di oggi”, trovandoci “a vivere la fede con un sottile senso di rinuncia, persuasi che per il Vangelo non ci sia più ascolto e che non valga più la pena impegnarsi per annunciarlo. Potremmo addirittura esser tentati dall’idea di lasciare che ‘gli altri’ vadano per la loro strada. Invece proprio questo è il momento di ritornare al Vangelo per scoprire che Cristo è sempre giovane, è sempre fonte costante di novità” (cfr. Evangellii Gaudium

Dopo aver incontrato Cristo, si ritorna alla vita di tutti i giorni coscienti di aver trovato un tesoro che tanti sono in attesa di ricevere come una parola di speranza.

Il Vangelo è atteso anche oggi: l’uomo di oggi è come l’uomo di ogni tempo: ne ha bisogno del Vangelo, anche la civiltà dell’incredulità programmata e della secolarità istituzionalizzata; anzi, soprattutto la società che lascia deserti gli spazi del senso religioso, ha bisogno di Gesù. Questo è il momento favorevole all’annuncio di Gesù.”

Francesco ha poi affermato che l’incontro con Gesù libera dalla tristezza e dal vuoto interiore e con lui rinasce sempre la gioia. Di qui l’invito a rinnovare quest’incontro, sottolineando ancora che se qualcuno non percepisce la gioia, è bene si chieda “se ha trovato Gesù“. Per questo è necessario che ognuno di noi oggi si prenda un po’ di tempo e pensi: “Gesù, Tu sei dentro di me: io voglio incontrarTi tutti i giorni. Tu sei una Persona, non sei un’idea; Tu sei un compagno di cammino, non sei un programma. Tu sei Amore che risolve tanti problemi. Tu sei l’inizio dell’evangelizzazione. Tu, Gesù, sei la fonte della gioia.”

Chiediamoci:

  • Conosco l’Evangelii Gaudium ? Possa rileggerla in questo prossimo Avvento?
  • Comprendo che non può che essere la gioia a contraddistinguere chi annuncia Gesù?
  • Faccio dell’annuncio del Vangelo un’esperienza di gioia perché tocca l’anima con la Buona Notizia?
  • Come i due di Emmaus, torno nella vita quotidiana con lo slancio di chi ha trovato un tesoro?
  • Cerco di trovare un po’ di tempo e pensare di voler incontrare Gesù ogni giorno, perché Lui è la fonte della gioia?