Mercoledì 6 settembre 2023, il Papa, come di consueto, ha ripercorso le tappe più significative del suo viaggio apostolico in Mongolia (dal 31 agosto al 4 settembre), dove ha incontrato una Chiesa umile e lieta, un popolo “che sente il respiro del Creato”, nobile e saggio che lo accolto con cordialità ed affetto. Proprio lì, in un “gregge” così piccolo, si possono trovare “i segni della presenza di Dio”, perché il Signore non guarda alle apparenze ma alla semplicità del cuore di chi vuol amarlo senza clamore: Dio “non cerca il centro del palcoscenico, ma il cuore semplice di chi lo desidera e lo ama senza apparire, senza voler svettare sugli altri.” Qui ha trovato una Chiesa umile, lieta, che è nel cuore di Dio, che ha testimoniato la gioia nel trovarsi per alcuni giorni anche al centro della Chiesa.
E’ una Chiesa nata solo 30 anni fa grazie allo zelo apostolico di alcuni missionari di diverse nazioni che, “non sono andati lì a fare proselitismo“, e hanno saputo dare vita “a una comunità unita e veramente cattolica“, cioè “universale”. Non è un’universalità che omologa, che rende uguali ma che si incultura, si incarna, cogliendo “il bene lì dove vive e serve la gente con cui vive“. Così vive la Chiesa: “testimoniando l’amore di Gesù con mitezza, con la vita prima che con le parole, felice delle sue vere ricchezze: il servizio del Signore e dei fratelli.”
La Chiesa in Mongolia è nata “nel solco della carità, che è la testimonianza migliore della fede”; per questo durante la sua visita ha benedetto ed inaugurato l’opera caritativa “Casa della misericordia”. Questa “è il biglietto da visita di quei cristiani”; è un richiamo, però, perchè “ogni nostra comunità” possa “essere casa della misericordia cioè luogo aperto, luogo accogliente, dove le miserie di ciascuno possano entrare senza vergogna a contatto con la misericordia di Dio che rialza e risana. Ecco la testimonianza della Chiesa mongola, con missionari di vari Paesi che si sentono un’unica cosa con il popolo, lieti di servirlo e di scoprire le bellezze che già vi sono.”
Francesco, poi, ha mostrato apprezzamento per la ricerca religiosa in Mongolia di tante persone conosciute durante l’incontro interreligioso ed ecumenico, in particolare aderenti al buddismo, persone che “nel silenzio vivono la loro religiosità in modo sincero e radicale, attraverso l’altruismo e la lotta alle proprie passioni“.
E’ l’invito a pensare “a quanti semi di bene, nel nascondimento, fanno germogliare il giardino del mondo, mentre abitualmente sentiamo parlare solo del rumore degli alberi che cadono, (…) perché la crescita è in silenzio.” E’ necessario saper riconoscere il bene e valorizzare l’altro come fa il popolo mongolo.
E’ la gioia di essere stato “nel cuore dell’Asia”, perché “fa bene guardare a quel continente che ha tanto da insegnare e che può aiutarci a guardare le cose sotto un’altra ottica.” Incontrando “il popolo mongolo, che custodisce le radici e le tradizioni, rispetta gli anziani e vive in armonia con l’ambiente: è un popolo che scruta il cielo e sente il respiro del creato. Pensando alle distese sconfinate e silenziose della Mongolia, lasciamoci stimolare dal bisogno di allargare i confini del nostro sguardo. Per favore: allargare i confini, guardare largo e alto, guardare e non cadere prigionieri delle piccolezze, allargare i confini del nostro sguardo, perché veda il bene che c’è negli altri e sia capace di dilatare i propri orizzonti e anche dilatare il proprio cuore per capire, per essere vicino a ogni persona e a ogni civiltà.”
Chiediamoci:
- Chiediamo la grazia al Signore di avere un cuore semplice che lo ama senza apparire, senza voler svettare sugli altri ?
- Comprendiamo l’importanza di vivere nel servizio del Signore e dei fratelli ?
- Sappiamo riconoscere il bene e valorizzare l’altro come fa il popolo mongolo ?
- Le nostre comunità sono un luogo aperto, accogliente, dove le miserie di ciascuno possono entrare a contatto con la misericordia di Dio ?
- Ci lasciamo stimolare dal bisogno di allargare i confini del nostro sguardo ?
- Dilatiamo il nostro cuore per capire, per essere vicino a ogni persona e a ogni civiltà ?
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