Sono 52 i giornalisti ed i lavoratori dei media che sono stati uccisi nel mondo nel 2021, secondo i dati dell’UNESCO (come riporta Vatican news). E’ il più basso numero di morti annuali in oltre un decennio, ma, l’impunità per questi crimini rimane diffusa e i giornalisti devono ancora affrontare un numero enorme di rischi. L’87% di tutti gli omicidi di giornalisti dal 2006, infatti, sono drammaticamente ancora irrisolti.
Due sono le regioni in cui è avvenuta la maggior parte delle uccisioni: quella dell’Asia-Pacifico, con 23 uccisioni, e quella dell’America Latina e Caraibi, con 14. I giornalisti di tutto il mondo continuano nondimeno ad essere soggetti ad arresti, attacchi fisici, intimidazioni e molestie e vittime sono le giornaliste, che affrontano soprattutto molestie online (come riporta un rapporto UNESCO dello scorso aprile). Due terzi degli omicidi hanno avuto luogo in Paesi che non stanno vivendo un conflitto armato, mentre, nel 2013, due terzi delle uccisioni avvenivano invece in Paesi in guerra.
“Ancora una volta nel 2021 – ha dichiarato il direttore generale dell’UNESCO Audrey Azoulay troppi giornalisti hanno pagato il prezzo finale per portare la verità alla luce. In questo momento, il mondo ha bisogno di informazioni indipendenti e basate sui fatti più che mai. Dobbiamo fare di più per garantire che coloro che lavorano instancabilmente per fornirla possano farlo senza paura”.
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