LA BELLEZZA NELLA PAROLA a cura di gpc

“Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga.” (Mc 6,1)
L’episodio evangelico è ben descritto dal pittore fiammingo Gerbrand van den Eeckhout (vissuto nel XVII secolo), allievo preferito di Rembrant col quale rimase in contatto a lungo ed il cui influsso appare chiaro, nel gioco di ombre e di chiaroscuri, tipico del grande maestro olandese. Attivo prevalentemente ad Amsterdam, il suo stile si contraddistingue per la versatilità, spaziando dai ritratti alle scene storiche e di genere a quelle bibliche, dimostrando una molteplicità di influenze. Un certo pathos espressivo riflette un interesse verso il barocco.
Al centro della scena c’è Gesù che sta insegnando applicando a sé ciò che era stato letto in precedenza. In questo ambiente, ben caratterizzato da un’architettura classica, si notano due gruppi, uno alla destra con il rabbino, intento ad ascoltare il maestro, l’altro a sinistra appare disinteressato.
Un particolare potrebbe essere colto nel personaggio in primo piano, di spalle, in abiti secenteschi (a differenza degli altri che sono vestiti alla maniera orientale antica…), mentre sta guardano la scena. Potrebbe essere lo stesso autore o ciascuno di noi posto di fronte a ciò che sta avvenendo, poiché il messaggio evangelico e rivolto a tutto e chiede di essere attualizzato.
Entriamo ora anche noi nella sinagoga di Nazaret. Questa Scrittura si attua in ciascuno di noi quando la incarniamo nella nostra vita, quando è vissuta nella fedeltà, diventando lampada ai nostri passi, luce sul nostro cammino, nutrimento di verità per tutta la nostra esistenza. Ha scritto Benedetto XVI: “Ogni nostra giornata sia dunque plasmata dall’incontro rinnovato con Cristo. Facciamo silenzio per ascoltare la Parola del Signore e per meditarla” (“Verbum Domini”, 124).

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