Domenica 21 febbraio, all’Angelus, il Papa, commentando il vangelo domenicale, ha ricordato che “tutto il ministero di Cristo è una lotta contro il Maligno nelle sue molteplici manifestazioni”, indicando “la strada per vivere in maniera fruttuosa i quaranta giorni che conducono alla celebrazione annuale della Pasqua”.
Si è riferito innanzitutto al deserto, luogo naturale e simbolico, importante nella Bibbia “dove Dio parla al cuore dell’uomo, e dove sgorga la risposta della preghiera”, ma che “è anche il luogo della prova e della tentazione, dove il Tentatore, approfittando della fragilità e dei bisogni umani, insinua la sua voce menzognera, alternativa a quella di Dio, una voce alternativa che ti fa vedere un’altra strada, la strada dell’inganno. Il Tentatore seduce”. Qui inizia il “duello” tra Gesù e il diavolo, che si concluderà con la Passione e la Croce. “Proprio la morte era l’ultimo ‘deserto’ da attraversare per sconfiggere definitivamente Satana e liberare tutti noi dal suo potere. E così Gesù ha vinto nel deserto della morte per vincere nella Risurrezione.”
Il passo del Vangelo di Marco, all’inizio della Quaresima, ricorda che la vita del cristiano è un combattimento contro lo spirito del male. “Ci mostra che Gesù ha affrontato volontariamente il Tentatore e lo ha vinto; e al tempo stesso ci rammenta che al diavolo è concessa la possibilità di agire anche su di noi con le tentazioni”. Per questo occorre “essere consapevoli della presenza di questo nemico astuto, interessato alla nostra condanna eterna, al nostro fallimento, e prepararci a difenderci da lui e a combatterlo. La grazia di Dio ci assicura, con la fede, la preghiera e la penitenza, la vittoria sul nemico.” Il Papa poi, sull’esempio di Gesù, ha invitato a non dialogare mai con il diavolo: “o lo caccia via, o lo condanna, o fa vedere la sua malizia. Nel deserto sembra ci sia un dialogo perché il diavolo gli fa tre proposte e Gesù risponde. Ma Gesù non risponde con le sue parole, ma con la Parola di Dio”. Lo stesso deve avvenire per tutti noi perché quando si avvicina il Maligno, ci seduce: “se noi entriamo in dialogo con il diavolo saremo sconfitti. Con il diavolo mai si dialoga, non c’è dialogo possibile.” Come Gesù, anche noi saremo spinti dallo Spirito Santo ad entrare nel deserto che non è “un luogo fisico, ma una dimensione esistenziale in cui fare silenzio, metterci in ascolto della parola di Dio”. Non bisogna “avere paura del deserto” e “cercare momenti di più preghiera e di silenzio”, ma camminare sui sentieri di Dio, rinnovando le promesse del nostro Battesimo.
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