Una forte presa di posizione è stata adottata dalla Conferenza episcopale del Portogallo a seguito dell’approvazione da parte del Parlamento della legge (lo scorso 30 gennaio) che permette l’eutanasia. I vescovi ricordano che in questo modo si offende l’inviolabilità della vita umana sancita dalla Costituzione, deplorando che l’approvazione sia arrivata in piena pandemia da Covid-19, in cui “tutti noi vogliamo impegnarci a salvare più vite possibili, accettando restrizioni della libertà e sacrifici economici senza precedenti”. Si tratta di 2una contraddizione, legalizzare la morte in questo contesto- ribadiscono i vescovi – rifiutando le lezioni che questa pandemia ci ha dato sul valore prezioso della vita umana, che la comunità in generale e gli operatori sanitari in particolare stanno cercando di salvare in modo sovrumano”.
Come riporta Vatican news, nel comunicato dei Vescovi si definisce inaccettabile il fatto che l’eutanasia sia “una risposta alla malattia e alla sofferenza”, perché accettare questo significa “rinunciare ad alleviare la sofferenza stessa e trasmettere l’idea sbagliata che la vita segnata dalla sofferenza e dal dolore non merita più protezione e diventa un peso per se stessi, per chi ci circonda, per i servizi sanitari e per l’intera società”. Di qui, l’appello piuttosto a tutelare la vita, “soprattutto quando è più fragile, con tutti i mezzi e in particolare con l’accesso alle cure palliative, che la maggioranza della popolazione portoghese non ha ancora”. Deplorando “una politica legislativa che mina la dignità di ogni vita umana”, i vescovi portoghesi lamentano inoltre “un’involuzione culturale senza precedenti, caratterizzata dall’assolutizzazione dell’autonomia e dell’autodeterminazione della persona”, contro la quale “bisogna reagire energicamente”. “Ora più che mai – concludono i presuli – rafforziamo il nostro proposito di accompagnare con cura e amore tutti i malati, in tutte le fasi della loro vita terrena e soprattutto nella fase finale”.
Un ultimo appello, in un documento congiunto firmato ieri da diverse organismi cattolici, tra cui la Caritas nazionale, l’Università cattolica e l’Unione delle Misericordie, viene rivolto “al presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, di fare tutto ciò che è in suo potere per fermare la legalizzazione dell’eutanasia in Portogallo”.
Nel caso di adozione in via definitiva, la legge che autorizza “la morte medicalmente assistita” renderebbe il Portogallo il quarto Paese in Europa a legalizzare l’eutanasia, dopo Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi.
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