La crisi causata dalla pandemia ha accentuato il problema della povertà. In un Dossier (pubblicato il 9 novembre) la Caritas ha presentato un Dossier sul diritto all’abitare nel contesto europeo. Quello della Caritas è un dossier di analisi legislativa sul diritto alla casa nel continente europeo. “Pur nell’ambito di un quadro giuridico di spessore, la casa infatti resta per molti europei una meta difficile da raggiungere e da mantenere. Oltre 23 milioni di famiglie, circa il 10,4% della popolazione totale dell’Unione europea, spende più del 40% del reddito per mantenere la propria abitazione e quasi 9 milioni di famiglie vivono in alloggi inadeguati”. “C’è poi chi un tetto – affermano i promotori dell’iniziativa – non l’ha mai avuto: solo in Europa, 700 mila persone sono senza dimora e il fenomeno è aumentato del 70% in dieci anni”. In Italia oltre 1,8 milioni di famiglie sono in condizioni di povertà assoluta e chi vive in affitto ha una situazione ancora più critica. Sono circa 850.000 le famiglie povere in locazione, quasi la metà nel Mezzogiorno. “I senza dimora sono 51.000 e la loro condizione è stata aggravata dall’arrivo della pandemia per COVID-19. Ogni anno – riporta ancora il Dossier – arriva inoltre l’assalto del gelo che crea situazioni ad alto rischio per chi non ha una casa o una sistemazione al coperto”: dai clochard ai ragazzi sbandati, dagli anziani ai padri separati e magari disoccupati che non hanno più le risorse per pagarsi un’abitazione”. Oggi, l’edilizia pubblica rappresenta il 4 % del patrimonio abitativo nazionale e risponde quindi a una quota minima di popolazione, ovvero un quinto del mercato dell’affitto, una delle quote più basse d’Europa. “La morosità – mette in evidenza la Caritas – è passata da percentuali irrisorie dei primi anni Ottanta, all’attuale 90% delle ragioni delle sentenze di sfratto emesse. Le domande di edilizia pubblica inevase presso Comuni e IACP ammontano a circa 650.000; 4 milioni di giovani tra i 25 e i 39 anni risiedono ancora nelle famiglie di origine; 4 milioni i lavoratori stranieri che vivono in affitto, l’80% in coabitazione e in condizioni di sovraffollamento”.
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