Domenica 19 luglio, all’Angelus, commentando il Vangelo domenicale, il Papa ha evidenziato come l’azione dei discepoli debba essere rivolta “non a sopprimere i malvagi, ma a salvarli”. Infatti “il buon seme e la zizzania rappresentano non il bene e il male in astratto”, ma “noi esseri umani, che possiamo seguire Dio oppure il diavolo”. L’invito è ad assumere lo stesso sguardo del Signore, che sa custodire il buon grano tra la zizzania: “il male, certo, va rigettato, ma i malvagi sono persone con cui bisogna usare pazienza. Non si tratta di quella tolleranza ipocrita che nasconde ambiguità, ma della giustizia mitigata dalla misericordia. Se Gesù è venuto a cercare i peccatori più che i giusti, a curare i malati prima ancora che i sani, anche l’azione di noi suoi discepoli dev’essere rivolta non a sopprimere i malvagi, ma a salvarli.”
I servi devono saper attendere perché “la sopportazione delle persecuzioni e delle ostilità fa parte della vocazione cristiana”. Sono due modi di abitare la storia: “da una parte, lo sguardo del padrone, che vede lontano; dall’altra, lo sguardo dei servi, che vedono il problema”. Così “non collabora bene con Dio chi si mette a caccia dei limiti e dei difetti degli altri, ma piuttosto chi sa riconoscere il bene che cresce silenziosamente nel campo della Chiesa e della storia, coltivandolo fino alla maturazione. E allora sarà Dio, e solo Lui, a premiare i buoni e punire i malvagi. La Vergine Maria ci aiuti a comprendere e imitare la pazienza di Dio, il quale vuole che nessuno si perda dei suoi figli, che Egli ama con amore di Padre.”
Il Papa ha poi messo in guardia dagli effetti del seminare zizzania: “è sempre seminare il male che distrugge. E questo lo fa sempre il diavolo o la tentazione nostra: quando cadiamo nella tentazione di chiacchierare per distruggere gli altri.” Ora la parabola richiama una visione della storia in cui accanto a Dio, c’è l’avversario, il diavolo che vuole ostacolare la crescita del bene, perché “il suo intento è quello di intralciare l’opera della salvezza, far sì che il Regno di Dio sia ostacolato da operatori iniqui, seminatori di scandali”.
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