La Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) del Brasile ha firmato lo scorso 2 aprile, assieme ad altre 115 istituzioni, un documento con proposte di prevenzione e assistenza alle popolazioni dell’Amazzonia di fronte al dilagare della pandemia da Coronavirus, che si teme possa decimare queste popolazioni che attualmente contano in tutto circa 850.000 persone. Giovedì 2 aprile infatti il governo brasiliano ha annunciato il primo caso di contagio tra i Kokama che vivono in un villaggio nel distretto di Sant’Antonio do I, vicino al confine con la Colombia.
La proposta (come riferisce Vatican news), promossa dal Forum Nazionale Permanente di Difesa dell’Amazzonia, è di allertare il potere pubblico federale sulla necessità di misure di emergenza per la prevenzione e l’assistenza nella lotta contro questo virus nei territori delle popolazioni amazzoniche. Tra le misure proposte, una fitta campagna di prevenzione che vada dal supporto alle iniziative di prevenzione locali fino alla produzione e diffusione di contenuti da parte di organizzazioni locali; cui unire un lavoro di assistenza ed eventuale gestione dell’emergenza attraverso un comitato virtuale, coordinato dalla Casa Civile della Presidenza della Repubblica, con partecipazione interministeriale e organizzazioni nazionali rappresentative delle popolazioni indigene, con la funzione di proporre e gestire l’attuazione di misure, politiche e programmi a favore di queste popolazioni. Si propone, inoltre, di spostare le équipe sanitarie nelle località per evitare lo spostamento di queste popolazioni in città; si chiede inoltre di dotare le terapie intensive che servono le aree più remote di attrezzature di base e respiratori, nonché di operatori sanitari in grado di gestire eventuali situazioni di emergenza. Inoltre si propone anche la sospensione delle bollette dell’energia elettrica mentre persiste la pandemia.
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