E’ stata celebrata lo scorso 6 marzo, la Giornata europea dei Giusti, che dal 2017 è stata recepita, con l’approvazione del Parlamento, dall’ordinamento italiano. Una Giornata per ricordare quante persone si sono opposte a crimini contro l’umanità, nel secolo scorso ma anche ai nostri tempi; persone che hanno salvato vite umane durante la Shoah e in tutti i genocidi; persone che hanno difeso la dignità umana in regimi illiberali e totalitari. Tante le iniziative promosse dell’associazione Gariwo (Gardens of the righteous worldwide), sorta a Milano nel 2001, fondata e presieduta da Gabriele Nissim, che porta il merito di avere lanciato questa Giornata proclamata nel 2012 in ambito europeo e divenuta festività civile in Italia nel 2017. Una ricorrenza della memoria e non solo, che intende preservare e affermare i valori della solidarietà umana e del coraggio della testimonianza personale. Per questo nel 2003 è sorto a Milano, nel parco del Monte Stella, il primo Giardino dei giusti dell’umanità, che da allora si sono moltiplicati, un centinaio – in Italia e nel mondo – inaugurati grazie alla passione di amministratori pubblici, associazioni, insegnanti, semplici cittadini. Come ogni anno alla lista dei Giusti dell’umanità si aggiungono nomi di persone note o sconosciute, del passato o contemporanee, cui si vuole tributare un omaggio particolare. La scelta viene operata da esperti con il supporto di docenti e studenti. Nella rosa dei Giusti 2020 sono anche alcune donne di Paesi islamici, attiviste dei diritti umani: Hevrin Khalaf, Lina Ben Mhenni e Nasrin Sotoudeh. Tre coraggiose testimoni di una contrastata storia di emancipazione femminile.
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