Domenica 17 febbraio, all’Angelus, il Papa, commentando il Vangelo delle Beatitudini secondo Luca, ha parlato della fede che è fidarsi totalmente del Signore, abbattendo gli idoli mondani. Le parole del Signore sono forti ed incisive, insegnandoci “a discernere le situazioni con fede”. Dio è vicino “a coloro che soffrono e interviene per liberarli dalle loro schiavitù” ed il “guai a voi” rivolto “a quanti oggi se la passano bene, serve a ‘svegliarli’ dal pericoloso inganno dell’egoismo e aprirli alla logica dell’amore, finché sono in tempo”. E’ un invito “a riflettere sul senso profondo dell’avere fede, che consiste nel fidarci totalmente del Signore”, abbattendo “gli idoli mondani per aprire il cuore al Dio vivo e vero; Egli solo può dare alla nostra esistenza quella pienezza tanto desiderata eppure difficile da raggiungere.” Francesco ha ricordato come anche oggi siano molti “quelli che si propongono come dispensatori di felicità. Vengono e ti promettono successo in tempi brevi, grandi guadagni a portata di mano, soluzioni magiche ad ogni problema, e così via. E qui è facile scivolare senza accorgersi nel peccato contro il primo comandamento: l’idolatria, sostituire Dio con un idolo. Idolatria e idoli sembrano cose di altri tempi, ma in realtà sono di tutti i tempi, anche di oggi!”
Gesù, però, “ci apre gli occhi sulla realtà”, facendoci capire che siamo felici e beati “nella misura in cui ci mettiamo dalla parte di Dio, del suo Regno”, cioè “di ciò che non è effimero, ma dura per la vita eterna”. Infatti “se ci riconosciamo bisognosi davanti a Dio e se, come Lui e con Lui, stiamo vicino ai poveri, agli afflitti e agli affamati”, troviamo la felicità. “Diventiamo capaci di gioia ogni volta che, possedendo dei beni di questo mondo, non ne facciamo degli idoli a cui svendere la nostra anima, ma siamo capaci di condividerli con i nostri fratelli.” Così la liturgia ci invita ad interrogarci e “a fare verità nel nostro cuore”. Infatti “le Beatitudini di Gesù sono un messaggio decisivo, che ci sprona a non riporre la nostra fiducia nelle cose materiali e passeggere, a non cercare la felicità seguendo i venditori di fumo, che tante volte sono venditori di morte, i professionisti dell’illusione.” Così il Signore ci aiuta ad aprire gli occhi, a “guarire dalla miopia cronica che lo spirito mondano ci contagia”, scuotendoci e facendoci “riconoscere ciò che davvero ci arricchisce, ci sazia, ci dà gioia e dignità. Insomma, quello che veramente dà senso e pienezza alla nostra vita”.
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