Mercoledì 5 dicembre, all’Udienza generale, il Papa ha inaugurato un nuovo ciclo di catechesi sulla preghiera di Gesù, che è un uomo di preghiera, “che sente il bisogno di appartarsi nella solitudine e di pregare”. Gesù “è il Dio vicino, il Dio che ci libera”, il Messia “al centro di tutto, l’atteso dalle genti, l’esito della speranza di Israele”. Non è “ostaggio delle attese di chi ormai lo ha eletto come leader”, ma prende le distanze, “dimostra di essere un Messia originale”, che si ritira “in un luogo isolato, completamente assorto in preghiera”, anche se tutti lo cercano. Egli “dice ai suoi che deve andare altrove; che non è la gente a cercare Lui, ma è anzitutto Lui a cercare gli altri. Per cui non deve mettere radici, ma rimanere continuamente pellegrino sulle strade di Galilea. E anche, pellegrino verso il Padre, cioè: pregando. In cammino di preghiera. Gesù prega”. Sembra essere proprio “la preghiera di Gesù, la sua intimità con il Padre, a governare tutto”, una preghiera non facile “capace di sostenere il cammino della croce”. E’ la preghiera a governare tutto; così “Gesù pregava con intensità nei momenti pubblici, condividendo la liturgia del suo popolo, ma cercava anche luoghi raccolti, separati dal turbinio del mondo, luoghi che permettessero di scendere nel segreto della sua anima: è il profeta che conosce le pietre del deserto e sale in alto sui monti.”
Eppure, nel suo modo di pregare “vi era anche racchiuso un mistero, qualcosa che sicuramente non è sfuggito agli occhi dei suoi discepoli, se nei vangeli troviamo quella supplica così semplice e immediata”, come la richiesta al Signore di insegnare a pregare. E Gesù non si rifiuta, “non è geloso della sua intimità con il Padre”, perché è venuto proprio per introdurci in questa relazione. Così “diventa maestro di preghiera dei suoi discepoli, come sicuramente vuole esserlo per tutti noi”. Anche noi dobbiamo chiedere che ci insegni a pregare perché l’orazione dell’uomo, “che nasce in maniera così naturale dalla sua anima, è forse uno dei misteri più fitti dell’universo”. Ora “il primo passo per pregare è essere umile”, perché “la preghiera umile è ascoltata dal Signore.” Per questo sarà bello in questo tempo di Avvento, ripetere: “Signore, insegnami a pregare”, perché tutti “possiamo andare un po’ oltre e pregare meglio”. Lui sicuramente non lascerà cadere nel vuoto la nostra invocazione.
Nella solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, Francesco, all’Angelus, ha invitato ogni mattina, a dire: “Eccomi, Signore, oggi si compia in me la tua volontà”. Eccomi “è il contrario del mi sono nascosto. L’eccomi apre a Dio, mentre il peccato chiude, isola, fa rimanere soli con sé stessi. Eccomi è la parola-chiave della vita. Segna il passaggio da una vita orizzontale, centrata su di sé e sui propri bisogni, a una vita verticale, slanciata verso Dio”. Vuol dire “essere disponibili al Signore” ed “è la cura per l’egoismo, l’antidoto a una vita insoddisfatta, a cui manca sempre qualcosa.” E’ “il rimedio contro l’invecchiamento del peccato, è la terapia per restare giovani dentro. Eccomi è credere che Dio conta più del mio io. È scegliere di scommettere sul Signore, docili alle sue sorprese.” Per questo “dirgli eccomi è la lode più grande che possiamo offrirgli. Perché non iniziare così le giornate ?” Maria, all’angelo, dice: “Avvenga per me secondo la tua parola”. Non dice: “avvenga secondo me”, ma “secondo Te”. Non pone limiti a Dio. Ella “vive fidandosi di Dio in tutto e per tutto. Ecco il segreto della vita. Può tutto chi si fida di Dio in tutto.”
Dio soffre quando gli rispondiamo come Adamo: “ho paura e mi sono nascosto”. “Dio è Padre, il più tenero dei padri, e desidera la fiducia dei figli”. Invece tante volte “sospettiamo di Lui, pensiamo che possa mandarci qualche prova, privarci della libertà, abbandonarci. Ma questo è un grande inganno, è la tentazione delle origini, la tentazione del diavolo: insinuare la sfiducia in Dio.”
Di qui l’invito a guardare alla bellezza della Madonna, nata e vissuta senza peccato, che vince questa tentazione col suo eccomi, ed è sempre docile e trasparente a Dio. “Stare con Dio non risolve magicamente i problemi”. Quando l’angelo si allontanò da lei, lasciò “la Vergine sola in una situazione difficile”. Maria, però, mette la fiducia in Dio davanti ai problemi. “È lasciata dall’angelo, ma crede che con lei, in lei, è rimasto Dio. E si fida”. È certa che col Signore tutto andrà bene. “Ecco l’atteggiamento sapiente: non vivere dipendendo dai problemi – finito uno, se ne presenterà un altro! – ma fidandosi di Dio e affidandosi ogni giorno a Lui: eccomi! è la parola, eccomi! È la preghiera. Chiediamo all’Immacolata la grazia di vivere così.”
Francesco ha pregato poi per le 6 vittime della tragedia di questa notte a Corinaldo, nelle Marche, l beatificazione di nuovi 18 martiri in Algeria, nel Santuario di Notre-Dame de Santa Cruz a Oran, e che oggi, “nelle parrocchie italiane si rinnova l’adesione all’Azione Cattolica, un’associazione che da 150 anni è un dono e una risorsa per il cammino della Chiesa in Italia”, incoraggiando l’Ac “a impegnarsi per la formazione di laici capaci di testimoniare il Vangelo, diventando lievito di una società più giusta e solidale”.
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