E’ una guerra dimenticata, ma che causa immani sofferenze. E’ il conflitto cruento che si combatte nello Yemen. Purtroppo anche i tentativi di arrivare ad una soluzione pacifica, messi in campo dell’Onu, sono ad un punto di stallo.
Le consultazioni a Ginevra tra le parti in conflitto nelle Yemen (6-8 settembre) si sono concluse con un nulla di fatto, anche per l’assenza della delegazione delle milizie sciite Houthi, che controllano la capitale Sana’a: Da parte dell’ONU si garantisce però l’impegno a portare avanti gli sforzi per porre fine al conflitto.
“Abbiamo avuto tre giorni – ha detto alla stampa l’inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Martin Griffiths come previsto – di discussioni molto fruttuose, consultazioni con la delegazione del governo dello Yemen. Il processo di iniziare il cammino verso la pace è iniziato. Non proprio nel modo in cui avremmo voluto, ma è iniziato”. La delegazione Houthi ha giustificato la propria assenza, ritenendo che non ci fossero condizioni sufficienti per partecipare, ma Griffiths dovrebbe andare nel corso dei prossimi giorni a Muscat, in Oman, e a Sana’a per discutere con la leadership Houthi.
Il piano dell’ONU prevede un governo di coalizione tra gli Houthi (sostenuti dall’Iran) e l’esecutivo riconosciuto a livello internazionale e appoggiato dalla coalizione araba sunnita a guida saudita.
A Ginevra, in questi giorni, sono state discusse misure per la liberazione dei prigionieri, l’aumento dell’accesso umanitario, specialmente alla città di Taiz, e la riapertura dell’aeroporto di Sana’a.
Ma la guerra continua; si calcola che, solo nel mese di agosto, quasi mille persone (tra queste almeno 300 minori) siano state uccise nei combattimenti e nei bombardamenti aerei della coalizione a guida saudita. Infine si registrano polemiche per la conferma della fornitura di armamenti che la Spagna ha venduto all’Arabia Saudita, che dopo un primo stop ha ripristinato il contratto da 9,2 milioni di € per la fornitura di 400 bombe di precisione ai sauditi.
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