E’ stata dedicata al Comandamento “Non pronuncerai invano il nome del Signore” l’udienza generale di mercoledì 22 agosto. Francesco ha spiegato come si tratti di un invito non solo a non offendere il nome di Dio e a non usarlo in modo inopportunamente. Infatti (nel suo significato etimologico, in ebraico e in greco) vuol dire: “non prenderai su di te, non ti farai carico” mentre il termine “invano” fa riferimento ad “un involucro vuoto”, tipico dell’ipocrisia, del formalismo e della menzogna. Nella Bibbia, poi, il nome rappresenta la missione di una persona; è il caso di Abramo e Simon Pietro che ricevono un nome nuovo ad indicare il cambiamento che avviene nella loro vita.
Perciò prendere su di sé il nome di Dio vuole dire “assumere su di noi la sua realtà, entrare in una relazione forte” con Lui, come ricorda il farsi il segno della croce (da insegnare bene ai bambini !). Il Papa ha poi invitato a porre attenzione dal “vivere una relazione falsa con Dio”, ma ad un rapporto “senza ipocrisie, a una relazione in cui ci affidiamo a Lui con tutto quello che siamo. In fondo, fino al giorno in cui non rischiamo l’esistenza con il Signore, toccando con mano che in Lui si trova la vita, facciamo solo teorie.”
E’ un richiamo all’autenticità, quella che rende i santi capaci di toccare il cuore; ciò vale anche per i “santi della porta accanto” come i genitori che danno l’esempio ai figli di una vita coerente e onesta. “Se si moltiplicano i cristiani che prendono su di sé il nome di Dio senza falsità – praticando così la prima domanda del Padre Nostro, «sia santificato il tuo nome» – l’annuncio della Chiesa viene più ascoltato e risulta più credibile.”
Ora se “il nome di ognuno di noi è sulle spalle di Cristo”, nessuno può pensare male della propria esistenza. “Vale la pena di prendere su noi il nome di Dio perché Lui si è fatto carico del nostro nome fino in fondo, anche del male che c’è in noi, per mettere nel nostro cuore il suo amore”. Infatti “se la nostra vita concreta manifesta il nome di Dio, si vede quanto è bello il Battesimo e che grande dono è l’Eucaristia! Quale sublime unione ci sia fra il nostro corpo e il Corpo di Cristo: Cristo in noi e Lui in noi e noi in Lui! Uniti! Questa non è ipocrisia, questa è verità, (…) è pregare con il cuore, amare il Signore”, perché “Dio non dirà mai di ‘no’ a un cuore che lo invoca sinceramente”.
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.