Continua la tensione in Nicaragua. E’ ciò che è avvenuto nella tra venerdì 22 e sabato 23 giugno, quando forze dell’ordine e gruppi paramilitari hanno lanciato un attacco contro gli studenti dell’Università nazionale autonoma del Nicaragua, a sud-ovest di Managua. Continuano infatti le manifestazioni di protesta contro il governo sandinista di Daniel Ortega e le repressioni, con conseguenti scontri che secondo varie fonti hanno provocato almeno 8 morti. Fra le vittime, anche un bimbo di 15 mesi. Ne riferisce il Vatican news
Le proteste sono riprese dopo che la Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) ha presentato all’assemblea dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) un rapporto che accusa il governo di Ortega di gravi violazioni dei diritti umani durante le proteste. Secondo il documento, la repressione delle manifestazioni dal 18 aprile (quando le dimostrazioni sono cominciate per contestare la riforma della sicurezza sociale) al 19 giugno ha causato almeno 212 morti e 1.337 feriti, oltre all’arresto di 507 persone.
La Conferenza episcopale nicaraguense ha mobilitato una delegazione di quattro sacerdoti per valutare la situazione. “Nel nome di Dio – ha detto padre Raul Zamora parlando all’università -chiediamo che questi attacchi cessino, che questa ondata di violenza finisca, che i morti si fermino”. Il cardinale Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua e presidente dei vescovi, ha invitato il governo e i gruppi armati a non aprire il fuoco.
I presuli del Nicaragua, da mesi impegnati in una delicata opera di mediazione e dialogo, in settimana hanno inviato una loro rappresentanza a Masaya, località a sud-est della capitale, attaccata da polizia e paramilitari, per evitare un massacro. Con la delegazione della Conferenza episcopale, anche il Nunzio apostolico in Nicaragua, l’arcivescovo Waldemar Stanislaw Sommertag.
Gian Paolo Cassano
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