Mercoledì 7 giugno, all’Udienza generale, il Papa ha continuato la catechesi sul sacramento della Confermazione, evidenziando “gli effetti che il dono dello Spirito Santo fa maturare nei cresimati”.
Sono doni che suscitano pace, mentre il chiacchiericcio distrugge l’armonia; e i cristiani sono chiamati a ricevere per dare, senza trattenere, come se l’anima fosse un “magazzino”, chiarendo che il cristiano è chiamato a essere “dono per gli altri”. Infatti lo Spirito Santo riesce a decentrarci “dal nostro io per aprirci al ‘noi’ della comunità cristiana, come pure al bene della società in cui viviamo”. Così la Confermazione unisce “più fortemente” i fedeli “come membra vive al corpo mistico della Chiesa” E’ bello pensare alla Chiesa come a un organismo vivo, dove non ci sono padroni ed operai composto di persone “ma la Chiesa siamo tutti. Tutti abbiamo la responsabilità di santificarci l’un l’altro, di avere cura degli altri”.
“Il ministro originario della Confermazione” è il Vescovo e “l’incorporazione ecclesiale” è ben “significata dal segno di pace che conclude il rito”. La Confermazione si riceve una sola volta, ma “il dinamismo spirituale suscitato dalla santa unzione è perseverante nel tempo”, perché lo Spirito è creativo e non ripetitivo e i suoi doni suscitano sinfonia; per questo bisogna “non ‘ingabbiare’ lo Spirito Santo”, non opponendo “resistenza al Vento che soffia per spingerli a camminare in libertà, a non soffocare il Fuoco ardente della carità”.
Infine Francesco è poi tornato a condannare l’abitudine a chiacchierare, “a sparlare degli altri”, a “spellare” gli altri, azioni che distruggono inevitabilmente la pace, perché “le chiacchiere sono guerre”, mentre i discepoli di Cristo sono chiamati a “essere uomini e donne di pace”, non a distruggere l’opera dello Spirito Santo “con la lingua”.
Gian Paolo Cassano
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