NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
Si sono tenute domenica scorsa 25 giugno le elezioni in Albania (18 partiti in lizza, con uno sbarramento del 3%), registrando la conferma del premier socialista Edi Rama. Il Ps può contare sul 52 per cento dei voti, nettamente davanti al Partito democratico (destra) di Lulzim Basha, fermo al 29 per cento dei consensi. Il Movimento socialista dell’Integrazione (Lsi), il partito del presidente eletto Ilir Meta, raccoglie il 15,32 per cento dei voti, risultato che potrebbe permettergli di conservare il suo ruolo di ago della bilancia. Il Ps di Rama avrebbe ottenuto 75 dei 140 seggi di cui è composto il parlamento albanese, 10 in più rispetto alla legislatura passata. Solo 42 seggi al posto dei 49 nell’attuale assemblea nazionale, per il PD. Il Lsi invece avrebbe ottenuto 4 seggi in più salendo ad un totale di 20. Al Pdiu invece andrebbero 2 seggi. Solo 1 seggio per il Partito socialdemocratico.
Il sistema elettorale albanese, un proporzionale regionale a liste chiuse, non permette di calcolare il numero esatto dei seggi assegnati in base alla percentuale dei voti, ma i socialisti di Rama potrebbero aver raggiunto l’obiettivo della maggioranza assoluta, con più di 70 dei 140 seggi.
Nella realtà in cui “tutto il mondo è intimamente connesso” i media vaticani cambiano. Ne ha parlato lo scosro22 giugno di mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione (Spc) alla IV edizione del Meeting dei giornalisti cattolici e non a Grottammare, nelle Marche. L’’obiettivo è quello di trasformare i singoli comparti mediali della Santa Sede in un nuovo sistema comunicativo, rappresentato dal grande portale unico multimediale che verrà varato entro l’anno (come riferisce la Radio Vaticana). Un secolo fa – ha spiegato il Prefetto – l’unico media fruito in mobilità era il giornale cartaceo; oggi c’è lo smartphone che contiene testi, audio e video. Per questo la riforma dei media vaticani – come ha ricordato Papa Francesco – non è un semplice maquillage, un’imbiancatura, ma punta alla creazione ex novo di un sistema mediatico aggiornato. Un processo di integrazione che è in corso – ha concluso mons. Viganò – “durante il quale teniamo conto della variabile dell’errore ma che punta a compiere nuovi passi decisivi nei prossimi mesi, con il varo del nuovo portale vaticano multimediale, inizialmente in sei lingue, e prima ancora con la presentazione a settembre del nuovo palinsesto del canale Radio Vaticana Italia”.
Gian Paolo Cassano
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