Nessuno Ne Parla (O Quasi)

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano

Una petizione per chiedere all’Europa di non finanziare più attività che distruggono embrioni umani. E’ quanto chiedono circa 3.000 esperti nel campo della medicina e della giustizia in un documento presentato nella sede della Rappresentanza del Parlamento Europeo a Roma.
Nella petizione si chiede che sia ripresa in considerazione la vecchia iniziativa, “One of us, Uno di noi”, firmata da due milioni di cittadini europei, che appoggia la testimonianza di medici e professori universitari, che affermano la verità del concepito come perosna umana, “perché – ha detto Carlo Casini, fondatore e membro del direttivo della Federazione europea pro-life “One of Us” alla Radio vaticana –  è il fondamento della giustizia e non è la forza dei forti, ma è la forza dei deboli.”
Dopo la petizione il primo passo concreto quale sarà “arrivare a una discussione, prima nella Commissione affari delle petizioni e poi nella plenaria del parlamento. Se ci sarà una discussione, bisognerà ottenere che l’Europa decida di non fornire più soldi alle organizzazioni internazionali e a Stati che distruggono embrioni. Pensi che l’International planned parenthood – una organizzazione internazionale che gestisce la bellezza di 65 mila cliniche per l’aborto in tutto il mondo e che propaganda l’aborto anche nei Paesi dove non è legale, che è stata messa sotto inchiesta negli Stati Uniti, soprattutto per il commercio di parti di feti che faceva – riceve soldi anche dell’Europa. Ma si può ammettere una cosa del genere?”
Occorre ricordare che la petizione del 2013 “One of Us”, per portare al centro del dibattito europeo l’embrione e ribadire che è una persona, firmata da due milioni di cittadini, il doppio del minimo richiesto e il quadruplo per quanto riguarda i Paesi che hanno partecipato non era stata accolta, con la motivazione che tutto sarebbe già stato scritto nelle carte, nei trattati, come la dignità dell’uomo… Da lì è partito anche un ricorso in sede europea.
Gian Paolo Cassano

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