NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
In Francia, il parlamento giovedì 16 febbraio ha approvato in via definitiva la legge che estende il reato “di ostacolo all’interruzione volontaria di gravidanza” ai siti web, molti dei quali cattolici, che vogliono offrire alle donne alternative all’aborto. In molti, sia credenti che non credenti, attaccano la norma come un attentato alla libertà di espressione. Ne ha parlato solo Radio Vaticana nel suo Radiogiornale.
Ogni anno nel Paese si registrano 200.000 aborti. I siti internet a difesa della vita sono nati come luogo d’ascolto di quelle donne che si trovano nell’angoscia di una decisione drammatica e vorrebbero saperne di più. Ora, secondo la nuova legge, chi scrive sul web rischia una pena fino a 2 anni di carcere e 30 mila euro di multa. Le Associazioni familiari cattoliche francesi parlano di “un giorno buio per il diritto alla vita” e di “un giorno nero per la libertà di espressione”. I fautori della legge minimizzano: dicono che non saranno perseguiti i siti chiaramente in difesa dei nascituri, ma solo quelli che si presentano come neutri dando false informazioni. Ma la legge nella sua formulazione è vaga ed estensibile. Persino testate laiche come “Le Monde” parlano di legge liberticida e misura bavaglio.
Il presidente della Conferenza episcopale francese, mons. Georges Pontier, ha inviato una lettera al presidente Hollande. “L’interruzione volontaria di gravidanza – scrive – che lo si voglia o no, rimane un atto pesante e grave che interroga profondamente la coscienza. In situazioni difficili, sono numerose le donne che non sanno se portare a termine o meno la gravidanza e avvertono il bisogno di parlarne con qualcuno, cercare un consiglio”. I siti Internet – ora incriminati – “compensano l’assenza di luoghi di ascolto” e “il loro successo prova che essi rispondono ad un’attesa”. Sono luoghi che accolgono tutti. A gennaio Papa Francesco aveva fatto pervenire un messaggio di sostegno a quanti hanno partecipato alla Marcia per la vita in Francia: la Chiesa non deve mai “rinunciare a proclamare che la vita umana deve essere protetta senza condizioni dal momento del concepimento fino alla morte naturale”.
Gian Paolo Cassano
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