NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
Continua, purtroppo, la guerra civile in Sud Sudan, un paese che da anni sembra conoscere solo la guerra. Le Chiese cristiane in Sud Sudan sono “profondamente preoccupate” dalla ripresa delle violenze tra i soldati fedeli al presidente Salva Kiir e le milizie legate al suo vice Riek Machar. In un messaggio diffuso alla radio, a nome di tutti i leader cristiani, il segretario generale del Consiglio delle Chiese (SSCC), p. James Oyet Latansio, invita i leader politici “a fare il possibile per fermare l’escalation”, astenendosi “da qualsiasi provocazione”.
“Non esprimiamo alcun giudizio – si legge nel testo – su come e perché sono avvenuti gli scontri armati e sulle responsabilità, ma rileviamo con preoccupazione che negli ultimi tempi si sono verificati diversi incidenti e che la tensione cresce”. E’ una condanna senza distinzione di tutte le violenze: “il tempo del ricorso alle armi è finito ed è giunta l’ora di costruire una nazione pacifica”. I leader cristiani esprimono il loro apprezzamento per l’appello alla calma rivolto in questi giorni dai due ex-rivali, assicurando le preghiere delle Chiese per il Paese ed esortando nuovamente alla calma e alla speranza.
E un messaggio di speranza e incoraggiamento è stato lanciato anche dai vescovi del Sud Sudan, alla vigilia della celebrazione del 5°anniversario dell’indipendenza del Paese (9 luglio 2011). “Non abbiate paura — sottolineano i presuli — alzatevi sopra le avversità. Siate pronti ad impegnarvi per la pace e per il bene comune”. E’ l’invito a uscire da una logica di guerra per promuovere una nuova cultura di pace e di riconciliazione: “non c’è una guerra giusta, è necessario piuttosto un approccio a una pace giusta”.
Gian Paolo Cassano
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