La Parola di Papa Francesco

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

Mercoledì 13 novembre, all’Udienza generale, (ricordando l’attentato di Damasco ed il tifone nelle Filippine) ha affermato come le “vere battaglie da combattere” siano quelle “per la vita, mai per la morte”, poi ha sviluppato l’articolo del Credo (“professo un solo Battesimo per il perdono dei peccati”), nei suoi tre pilastri. Il primo è il verbo “professo” con cui “affermiamo la nostra vera identità di figli di Dio”, perché “il Battesimo è in un certo senso la carta d’identità del cristiano, il suo atto di nascita, e l’atto di nascita alla Chiesa. Tutti voi conoscete il giorno nel quale siete nati ( … ) Il primo compleanno è quello della nascita alla vita e il secondo compleanno è quello della nascita alla Chiesa”. Se i giorni della nascita sono due, esiste anche la possibilità di rinnovare questa seconda nascita, attraverso il Sacramento della Riconciliazione: “è come festeggiare il giorno del Battesimo in ogni Confessione. Pertanto la Confessione non è una seduta in una sala di tortura, ma è una festa. La Confessione è per i battezzati! Per tenere pulita la veste bianca della nostra dignità cristiana!”. Nel Credo si professa “un solo Battesimo” (ecco il secondo pilastro) che è una “immersione”, un “lavacro di rigenerazione e illuminazione” in quanto “attua quella nascita dall’acqua e dallo Spirito senza la quale nessuno può entrare nel regno dei cieli.” Ed è “illuminazione perché, attraverso il Battesimo, la persona umana viene ricolmata della grazia di Cristo, «luce vera che illumina ogni uomo» e scaccia le tenebre del peccato. Per questo, nella cerimonia del Battesimo, ai genitori si dà una candela accesa, per significare questa illuminazione; il Battesimo ci illumina da dentro con la luce di Gesù”. Ora rammentando come il Battesimo sia “per la remissione dei peccati” (ecco il terzo pilastro) ha osservato come confessandomi sia “come se io facessi un secondo Battesimo”: infatti “il Signore Gesù è tanto buono e mai si stanca di perdonarci. Anche quando la porta che il Battesimo ci ha aperto per entrare nella Chiesa si chiude un po’, a causa delle nostre debolezze e per i nostri peccati, la Confessione la riapre, proprio perché è come un secondo Battesimo che ci perdona tutto e ci illumina per andare avanti con la luce del Signore”.
Domenica 17 novembre, all’Angelus, ha invitato a non lasciarsi ingannare dai “falsi messia” (…) “falsi ‘salvatori’, che tentano di sostituirsi a Gesù: leader di questo mondo, santoni, anche stregoni, personaggi che vogliono attirare a sé le menti e i cuori, specialmente dei giovani. Gesù ci mette in guardia: ‘Non andate dietro a loro!’. E il Signore ci aiuta anche a non avere paura: di fronte alle guerre, alle rivoluzioni, ma anche alle calamità naturali, alle epidemie, Gesù ci libera dal fatalismo e da false visioni apocalittiche”. Occorre “aspettare i frutti sicuri della salvezza, confidando nel senso profondo della vita e della storia”, perché “le prove e le difficoltà fanno parte di un disegno più grande (…) Nonostante i disordini e le sciagure che turbano il mondo, il disegno di bontà e di misericordia di Dio si compirà. E questa è la nostra speranza: andare così, su questa strada, nel disegno di Dio che si compirà. E’ la nostra speranza”. Bisogna vivere il tempo dell’attesa come “tempo della testimonianza e della perseveranza”, pensando ai “tanti fratelli e sorelle cristiani” che soffrono per le persecuzioni religiose: “abbiamo ammirazione per il loro coraggio e la loro testimonianza. Sono i nostri fratelli e sorelle che in tante parti del mondo soffrono a causa di essere fedeli a Gesù Cristo. Li salutiamo dal cuore e con affetto”. Quindi un invito a “concretizzare i frutti dell’Anno della Fede, che volge al termine”, con una “medicina spirituale” (la ‘Misericordina’), contenuta in una scatoletta data ai pellegrini, “una corona del Rosario, con la quale si può pregare anche la ‘coroncina della Divina Misericordia’, aiuto spirituale per la nostra anima e per diffondere ovunque l’amore, il perdono e la fraternità. (….) Fa bene al cuore, all’anima e a tutta la vita”.
Gian Paolo Cassano

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