LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano
Domenica 14 luglio il Papa si è recato a Castelgandolfo (dove si fermerà qualche giorno solo ad agosto) ed è stato subito un bagno di folla. “Sono venuto qui – ha detto nel cortile del Palazzo Pontificio – per trascorrere una giornata di incontro con i cittadini di Castel Gandolfo, con i pellegrini e tutti i visitatori, che giustamente amano questo luogo, sono incantati dalla sua bellezza, vi trovano un momento di distensione…. Ma sono venuto anche per esprimere a voi, che lavorate in queste Ville Pontificie, la mia gratitudine per la vostra preziosa opera.”
Ha parlato poi agli abitanti della cittadina laziale, esortandoli “a rinnovare con gioia e con entusiasmo l’impegno di annuncio e testimonianza del Vangelo”. Poi li ha incoraggiati “ad essere segno di speranza e di pace, attenta sempre alle persone e alle famiglie più in difficoltà. E questo è importante! Noi dobbiamo sempre essere segno di speranza e di pace in questo momento. Aprire le porte alla speranza, affinché la speranza vada avanti, e operare la pace, sempre!”
Ha ricordato quindi i suoi predecessori, (Giovanni Paolo II e Benedetto XVI), che qui hanno amato trascorrere parte del periodo estivo, perché la loro testimonianza “sia sempre di incoraggiamento nella fedeltà quotidiana a Cristo e nel continuo sforzo per condurre una vita coerente con le esigenze del Vangelo e gli insegnamenti della Chiesa”.
All’Angelus poi ha ricordato l’insegnamento evangelico domenicale sottolineando che “il cuore del samaritano è buono e generoso” e ribadendo che il Samaritano è “l’esempio dell’amore per il prossimo”, perché “ebbe compassione”. Così “Dio sempre vuole questo: la misericordia e non andare condannando a tutti, no! La misericordia del cuore, perché Lui è misericordioso. Lui sa capire le nostre miserie, le nostre difficoltà, anche i nostri peccati. Ci dà a tutti noi questo cuore misericordioso e questo è quello che fa quel Samaritano: imita proprio la misericordia di Dio, quella misericordia verso quello che ha bisogno”.
Ha poi fatto memoria di San Camillo de Lellis, con “il suo carisma di carità a contatto quotidiano con i malati” e l’invocato Maria pensando alla prossima Gmg in Brasile, perché “guidi i passi dei partecipanti, e apra i loro cuori ad accogliere la missione che Cristo darà loro”.
Gian Paolo Cassano
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