Migliora la salute del Papa che continua cura e convalescenza presso la sua residenza a Casa S. Marta in Vaticano. Domenica 6 aprile, a sorpresa, è arrivato in piazza San Pietro, nell’occasione del Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità: al termine della S. Messa, presieduta da mons. Rino Fisichella (che aveva letto l’omelia del Pontefice) ha salutato, ringraziando tutti. Prima, come un normale pellegrino, aveva pregato, si era confessato in Basilica e aveva attraversato la Porta Santa. Il testo dell’Angelus domenicale è stato diffuso in forma scritta. Continua in tutto il mondo la preghiera per la salute di papa Francesco in questo tempo di prolungata convalescenza.
Sospesa l’udienza generale, tuttavia mercoledì 2 aprile 2025, è stato diffuso il testo scritto della catechesi (per il ciclo“Gesù Cristo nostra speranza”), dove, continuando a contemplare gli incontri di Gesù con alcuni personaggi del Vangelo, si è soffermato sulla figura di Zaccheo, che, nel Vangelo, sembra uno irrimediabilmente perso, senza speranza, come, forse, a volte possiamo trovarci anche noi, mentre il Signore continua a cercarci. A Gerico, città sotto il livello del mare, (considerata un’immagine degli inferi) “Gesù vuole andare a cercare coloro che si sentono perduti. E in realtà il Signore Risorto continua a scendere negli inferi di oggi, nei luoghi di guerra, nel dolore degli innocenti, nel cuore delle madri che vedono morire i loro figli, nella fame dei poveri.”
Zaccheo in un certo senso si è perso, forse ha fatto delle scelte sbagliate o forse la vita l’ha messo dentro situazioni da cui fatica a uscire. Per Luca non solo è un pubblicano, un esattore delle tasse, “ma è addirittura il capo dei pubblicani, come a dire che il suo peccato è moltiplicato”, un ricco sulle spalle degli altri, abusando della sua posizione. Così Zaccheo si sente escluso, disprezzato, ma sentendo l’arrivo di Gesù in città; “sente il desiderio di vederlo. Non osa immaginare un incontro, gli basterebbe guardarlo da lontano.”
E’ la realtà dei desideri che trovano ostacoli non realizzandosi automaticamente. Nel caso di Zaccheo è la bassa statura e per noi ci sono limiti con cui fare i conti, senza contare gli altri, che a volte non ci aiutano, come la folla che impedisce a Zaccheo di vedere Gesù. Se uno però ha un desiderio forte, non si perde d’animo. “Occorre però avere coraggio e non vergognarsi, ci vuole un po’ della semplicità dei bambini e non preoccuparsi troppo della propria immagine.” Ora il Signore ci sorprende, perché, arrivando, alza lo sguardo; non rimprovera Zaccheo ma gli chiede di scendere subito, dicendogli «Oggi devo fermarmi a casa tua!» (Lc 19,6). “Dio non può passare senza cercare chi è perduto.”
Il cuore di Zaccheo è nella gioia (come evidenzia Luca): “la gioia di chi si sente guardato, riconosciuto e soprattutto perdonato. Lo sguardo di Gesù non è uno sguardo di rimprovero, ma di misericordia. È quella misericordia che a volte facciamo fatica ad accettare, soprattutto quando Dio perdona coloro che secondo noi non lo meritano. Mormoriamo perché vorremmo mettere dei limiti all’amore di Dio.”
A casa, Zaccheo, con il perdono di Gesù, prende l’impegno di “restituire il quadruplo di ciò che ha rubato. Non si tratta di un prezzo da pagare, perché il perdono di Dio è gratuito, ma si tratta del desiderio di imitare Colui dal quale si è sentito amato.” Zaccheo mette insieme la legislazione romana sul furto e quella rabbinica sulla penitenza. Non è solo l’uomo del desiderio, ma sa compiere passi concreti. “Il suo proposito non è generico o astratto, ma parte proprio dalla sua storia: ha guardato la sua vita e ha individuato il punto da cui iniziare il suo cambiamento.” Così anche noi possiamo imparare da Zaccheo a non perdere la speranza, anche quando ci sentiamo messi da parte o incapaci di cambiare. “Coltiviamo il nostro desiderio di vedere Gesù, e soprattutto lasciamoci trovare dalla misericordia di Dio che sempre viene a cercarci, in qualunque situazione ci siamo persi.”
Chiediamoci:
- Mi capita di trovarmi come Zaccheo, perso, senza speranza?
- Mi accorgo, invece, che il Signore continua a cercarci?
- Sento il desiderio forte di incontrare Gesù, senza perdermi d’animo?
- Mi lascio incontrare dallo sguardo di Gesù, non di rimprovero, ma di misericordia?
- Sento la gioia di chi si sente guardato, riconosciuto e soprattutto perdonato?
- Mormoro, pensando che Dio perdona coloro non lo meritano mettendo dei limiti all’amore di Dio?
- Faccio, come Zaccheo, un proposito fermo e concreto di conversione?
- Coltivo il desiderio di vedere Gesù, lasciandomi trovare dalla sua misericordia?