La parola di Papa Francesco

Venerdì 14 febbraio il Papa è stato ricoverato al Policlinico Gemelli per essere curato a causa dei problemi respiratori accusati nei giorni precedenti e anche all’udienza di mercoledì 12 febbraio 2025, la cui lettura è stata affidata padre Pierluigi Giroli, rosminiano, officiale della Segreteria di Stato. Siamo uniti a papa Francesco perché il Signori gli doni salute e possa presto ristabilirsi.

Nella catechesi, continuando la riflessione su Gesù nostra speranza, ha messo in rilievo la nascita di Gesù e la visita dei pastori. Egli entra nella storia come nostro compagno di viaggio, viaggiando sin da quando è nel grembo materno, da Nazaret a Betlemme dove “il Messia tanto atteso, il Figlio del Dio altissimo, si lascia censire, cioè contare e registrare, come un qualunque cittadino.” Nasce in “un tempo esattamente databile” e in “un ambiente geografico esattamente indicato”, così che “l’universale e il concreto si toccano a vicenda” (Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, 2012, 77), non scardinando le strutture del mondo, ma illuminandole e ricreandole dal di dentro. Nasce a Betlemme “città del pane”, Lui che il “pane disceso dal cielo per saziare la fame del mondo.” (cfr Gv 6,51), “in un modo del tutto inedito per un re”: con umiltà, “nel retro di una casa, nello spazio dove stanno gli animali”. In questa piccolezza e in questa semplicità Francesco ha invitato a vedere molto di più, oltre.

Il Vangelo ci fa vedere come Dio non venga “nel mondo con proclami altisonanti, (…) nel clamore,” ma inizi il suo viaggio nell’umiltà. Un avvenimento che è testimoniato da alcuni pastori, uomini di poca cultura, ai margini della società. “Eppure essi praticano il mestiere con cui Dio stesso si fa conoscere al suo popolo” (cfr Gen 48,15; 49,24; Sal 23,1; 80,2; Is 40,11). Dio li sceglie come destinatari della più bella notizia mai risuonata nella storia, la nascita del Salvatore, “un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”, che è il “luogo dove andare per incontrare il Messia” perché, dopo tanta attesa, “per il Salvatore del mondo, per Colui in vista del quale tutte le cose sono state create (cfr Col 1,16), non c’è posto” (Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, 2012, 80). Il Messia nasce “in un luogo umilissimo, riservato agli animali, (…) per loro, per essere il loro Salvatore, il loro Pastore”. Questo apre il cuore “alla meraviglia, alla lode e all’annuncio gioioso”: essi “diventano i primi testimoni dell’essenziale. (…) Sono i più umili e i più poveri che sanno accogliere l’avvenimento dell’Incarnazione.” (Francesco, Lett. ap. Admirabile signum, 5). Di qui l’invito a chiedere la grazia “di essere, come i pastori, capaci di stupore e di lode dinanzi a Dio,” custodendo ciò che ci ha affidato, sapendo “scorgere nella debolezza la forza straordinaria del Dio Bambino, che viene per rinnovare il mondo e trasformare la nostra vita col suo disegno pieno di speranza per l’umanità intera.”

Al termine, ancora una volta il Pontefice ha rinnovato l’appello a fare “tutto” perché cessino violenze e conflitti: “non siamo nati per uccidere ma per far crescere i popoli, che si trovino cammini di pace”. Il suo pensiero è andato a “tanti Paesi che sono in guerra”, non dimenticando “che la guerra è una sconfitta sempre”, dalla martoriata Ucraina, alla Palestina, a Israele, al Myanmar, al Nord Kiwu, Sud Sudan, ai tanti Paesi in guerra. Che Dio mantenga il cuore di ognuno “umile e aperto” così da ascoltare “il grido dei nostri fratelli” e “saper riconoscere la sua presenza nelle debolezze e nelle ferite del mondo”.

Chiediamoci:

  • Chiedo al Signore di imparare a vivere con umiltà?
  • So custodire ciò che Lui ci ha affidato?
  • So valorizzare i talenti, i carismi, la nostra vocazione e le persone che ci mette accanto?
  • Apro il cuore alla meraviglia e allo stupore?
  • So scorgere nella debolezza la forza straordinaria del Dio Bambino?
  • Prego per il Papa e per la sua salute?
  • Prego per la pace, facendo tutto il possibile per la pace?
  • Sono convinto che la guerra è sempre una sconfitta?

So riconoscere la sua presenza nelle debolezze e nelle ferite del mondo?