La bellezza nella Parola

“In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.” (Gv 2,1-11)

Mi fermo a contemplare la scena delle nozze di Cana, altra epifania, con cui, nella descrizione giovannea, il Signore inizia il suo ministero pubblico, attraverso all’opera di Benvenuto Tisi (detto Il Garofalo o Il Ferrara), artista ferrarese della prima metà del Cinquecento, attraverso ad una tela (1518) conservata alla Galleria Borghese di Roma, replica di un’altra custodita all’Ermitage di San Pietroburgo. Sullo sfondo della scena c’è un colonnato con ghirlande vegetali, motivi usuali nel gusto decorativo ferrarese.  La scena è tutta centrata attorno ad un grosso tavolo (coperto da una tovaglia bianca con le stoviglie in corrispondenza degli invitati a nozze), sorretto da capitelli corinzi riccamente decorati. La partecipazione psicologica dei personaggi è particolarmente accentuata dalle espressioni degli astanti, che dimostrano, stupore, incredulità, paura difronte al semplice ma straordinario gesto del Cristo, che tiene ferma la sua mano in modo semplice e sereno sopra delle grandi brocche.Nel piccolo olio (30 x 51 cm.) si nota una partecipazione psicologica dei diversi personaggi, nelle espressioni degli astanti che dimostrano stupore ed incredibilità di fronte al semplice, ma straordinario nello stesso tempo, gesto del Signore (rappresentato con i classici colori iconografici, blu e rosso). Gesù è ritratto, in primo piano, sulla sinistra, mentre tiene ferma la sua mano, in modo naturale e sereno, sopra delle grandi brocche riempite di acqua che si trasforma per il comando di Cristo, in vino buono. Con vivacissimi colori, sono ritratti in fondo, a capo tavola, i due sposi. A destra della tavolata si nota, in primo piano, Giovanni, con accanto, Maria S.S. che indica con il dito ai servi di compiere quanto suo Figlio dirà loro di fare. In piedi a destra, si può notare il maestro di tavola. Attorno alcuni servi stanno portando le pietanze ai commensali.