All’Angelus del 1 gennaio 2025, dedicato alla pace, il Papa ha pensato alle mamme, in particolare quelle con il cuore pieno di dolore, “perché i loro figli sono stati portati via dalla violenza, dalla superbia, dall’odio”. Ha posto innanzitutto la sua attenzione sul Bambino Gesù (che significa “Dio salva”) che i pastori hanno visto che “è venuto nel mondo per donarci la sua stessa vita”. Ora “nessuno di noi ha scelto di nascere”, ma Dio “ha scelto di nascere per noi” e “Gesù è la rivelazione del suo amore eterno, che porta nel mondo la pace.”
Al neonato Messia, “corrisponde il cuore di Maria”, che è l’orecchio che “ha ascoltato l’annuncio dell’Arcangelo, (…) è la mano di sposa data a Giuseppe, (…) è l’abbraccio che ha avvolto Elisabetta nella sua vecchiaia.” In quel cuore “batte la speranza della redenzione e della salvezza per ogni creatura.” Per questo il Pontefice ha rivolto il suo pensiero alle mamme che “hanno sempre a cuore i loro figli”, soprattutto per quelle che soffrono per la violenza nei confronti dei loro figli. Di qui l’appello alla pace: “quanto è bella la pace! E quanto è disumana la guerra, che spezza il cuore delle mamme!”
Nel giorno dell’Epifania, il 6 gennaio 2025, ha osservato come i Magi “da lontano arrivano a trovare Gesù”, mentre “quelli che erano vicini non muovono un passo verso la grotta di Betlemme”. Quei sapienti “attirati e guidati dalla stella,” affrontano rischi, incertezze e difficoltà “per arrivare a vedere il Re Messia, perché sanno che sta avvenendo qualcosa di unico nella storia dell’umanità.” Invece a Gerusalemme, i sacerdoti ed i teologi “che dovrebbero essere i più felici e i più pronti ad accorrere”, pur interpretando correttamente le Sacre Scritture, rimangono fermi. “Sono soddisfatti di quello che hanno e non si mettono alla ricerca, non pensano che valga la pena di uscire da Gerusalemme.”
Ha poi ricordato come si racconti la storia di un quarto Magio che “arriva tardi a Gerusalemme proprio durante la crocifissione di Gesù”, essendosi “fermato per la strada ad aiutare tutti i bisognosi dando i preziosi doni che aveva portato per Gesù”. Arriva ormai vecchio e Gesù dalla croce gli dice: “in verità ti dico, tutto quello che hai fatto per l’ultimo dei fratelli, lo hai fatto per me”.
Chiediamoci:
- Mi fermo a contemplare con amore il Bambino Gesù?
- So custodire nel cuore il suo messaggio di bontà e di salvezza?
- Guardo a Maria per imitare la sua disponibilità ad accogliere il progetto di Dio?
- Invoco la Vergine Madre perché mi insegni a custodire nel cuore e a testimoniare la gioia del Vangelo?
- Penso a come possa ricambiare un dono così grande?
- Mi impegno per la pace con un gesto gratuito di pace, di perdono, di riconciliazione?
- In che modo accolgo Gesù nella mia vita?
- Prego per imitare i pastori e i Magi a saper riconoscere Gesù vicino nel povero, nell’Eucaristia, nell’abbandonato, nel fratello, nella sorella?
- So mettermi in cammino, in ricerca o rimano fisso nelle mie sicurezze?
- Apro le porte del mio cuore o rimango chiuso e insensibile alla presenza di Gesù?