80° di fondazione dell’UCIIM e Udienza con il Papa

E’ stata un’esperienza molto bella quella che ha vissuto sabato 4 gennaio la delegazione piemontese dell’UCIM partecipando all’Udienza con il Papa. Era guidata dal presidente regionale Arnaldo Gizzarelli con l’assistente regionale don Gian Paolo Cassano, insieme ai casalesi Nicoletta Berrone, Lucia Passioni, Marta Burla, Claudio Pomati, Salvatore Buccheri, Silvia Mazzucco e la fossanese Teresa Miglio.

L’occasione è stata data dall’80° di fondazione dell’UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori) nel 1944 (in piena 2° guerra mondiale dal piemontese (di san Damiano d’Asti) Gesualdo Nosengo. Nel pomeriggio di venerdì 3 gennaio si è tenuto (presso il Centro Congressi del Collegio San Giuseppe-Istituto De Merode in Piazza di Spagna) il convegno commemorativo presieduto dalla presidente nazionale Rosalba Candela, ripercorrendo gli 80 anni di storia dell’UCIIM, la figura del fondatore dell’UCIIM Gesualdo Nosengo, laico cattolico annoverato fra i Testimoni della Fede, come anche la rivista “La scuola e l’uomo”, delineando un profilo della società dei nostri giorni e ripercorrendo il cammino dall’autonomia scolastica all’autonomia differenziata. Inoltre, durante i lavori si sono affrontati temi quali l’intelligenza artificiale e le pratiche dialogiche per co-costruire nuove alleanze educative. A conclusione c’è stata la S. Messa presieduta dal card. Baldassare Reina, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma.

All’udienza nell’aula Paolo VI con l’UCIIM c’era l’AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici) e l’AGeSC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche). Il Pontefice ha ricordato la vocazione e la missione della scuola, specie in un momento come quello attuale caratterizzato da sfide “ambientali, sociali ed economiche”, dalla “grande sfida della pace” e di quella “catastrofe educativa” che vede milioni di minori che non hanno accesso all’istruzione (come nel video per la Rete Mondiale di Preghiera del Papa). Per questo Francesco ha incoraggiato a sentirsi “chiamati a elaborare e trasmettere una nuova cultura” che sia “fondata sull’incontro tra le generazioni, sull’inclusione, sul discernimento del vero, del buono e del bello; una cultura della responsabilità, personale e collettiva, per affrontare le sfide globali come le crisi ambientali, sociali ed economiche, e la grande sfida della pace”.

A scuola si può “immaginare la pace”, cioè “porre le basi di un mondo più giusto e fraterno, con il contributo di tutte le discipline e con la creatività dei bambini e dei giovani”. Per questo “se a scuola voi fate la guerra fra di voi, se a scuola voi fate i bulli con le ragazze e i ragazzi che hanno qualche problema, questo è prepararsi per la guerra non per la pace”. Così ha invitato (come nel suo stile) a ripetere (ben 6 volte) “mai fare il bullying”!

E’ questa la “missione fondamentale” della scuola, non un “contenitore”, ma un luogo in cui tutti coloro che vi vivono e lavorano – studenti, insegnanti, genitori, dirigenti, personale – camminano insieme. E’ l’intuizione di nascita, di “associarsi” così da “migliorare la scuola, che per sua natura è una comunità, una comunità bisognosa del contributo di tutti”. Sono i valori “della persona e della cittadinanza democratica avevano bisogno di essere testimoniati e rafforzati, per il bene di tutti; e anche il valore della libertà educativa”. Per questo ha esortato a non camminare “con la testa girata indietro, rimpiangendo i bei tempi passati… Pensate invece al presente della scuola, che è il futuro della società, alle prese con una trasformazione epocale”. Ciò che serve è un “patto tra le associazioni”, così da “testimoniare meglio il volto della Chiesa nella scuola e per la scuola”.