“In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, (…) dicendogli: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: (…) «chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti».” (Mc 10,35.37-42.43-44)
Nell’episodio evangelico ci ritroviamo di fronte alla ricerca umana dei primi posti che va ad intaccare anche la comunità apostolica e in questo caso Giovanni e Giacomo: non basta camminare a fianco del Signore, vedere i suoi prodigi per convertire il proprio animo. Qui è presente anche la Madre dei figli di Zebedeo (come si dice nella versione parallela di Matteo), mentre di essa tace Marco.
L’opera in questione è quella attribuita a Bonifacio de’ Pitati (detto Bonifacio Veronese) e alla sua bottega veneziana (anche se in un primo tempo si pensò che l’autore fosse di Tiziano), che operò tra il XV ed il XVI secolo ed ora conservata alla Galleria Borghese di Roma.
Nella è la madre Salome a porre la richiesta a Gesù, ma ci aiuta ugualmente a coglierne l’insegnamento. Ella, prostrata secondo il racconto, chiede a Gesù di far sedere i suoi figli accanto a Lui in Cielo, uno a destra, l’altro a sinistra. Al centro Gesù è seduto in trono, quasi una sorta di prolessi (tecnica con cui si anticipa qualcosa che ancora non c’è) che è la gloria stessa di Dio a cui i due figli di Zebedeo chiedono di partecipare. Gesù appare come giudice glorioso, con il libro del giudizio in una mano e misericordioso allo stesso tempo, con le braccia aperte ed accoglienti. Alla sua destra Giovanni (il più giovane, lievemente arretrato) e Giacomo e, dall’altra parte Pietro (accanto a Gesù), Andrea (alla su sinistra) ed altri apostoli, contrariati per la richiesta dei due discepoli. Ci troviamo di fronte ad una tipica realizzazione rinascimentale dove tutto contribuisce a dare un’idea di perfezione, come la regolarità delle geometrie del pavimento, l’inquadratura architettonica sullo sfondo, la regolarità delle posizioni delle diverse figure sulla scena. Come con loro anche noi Gesù ci prende per mano, facendoci capire che la sua gloria passa per la morte di croce, ma Lui è lì, con noi.