“In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.” (Mc 10,17-22)
Propongo alla nostra riflessione il quadro di Heinrich Karl Hofmann, pittore tedesco del XIX, la cui arte si caratterizza per una forte ispirazione religiosa fu al centro dell’attività di Hoffmann che realizzò numerose immagini di Gesù. L’opera raffigurata (del 1889) si trova nella Riverside Church, a New York; è caratterizzata da un’intensa luminosità, ponendo Gesù al centro, con i classici colori iconografici (che richiamano la duplice natura umana e divina), con uno sguardo profondo rivolte al giovane ricco. Lo guarda ma non lo critica: lo fissa con intensità esprimendogli amore e tenerezza, con una proposta rivoluzionaria, perché solo liberandosi da ciò che appesantisce il suo cuore (le ricchezze), solo donando, solo distogliendo l’attenzione da sé verso il prossimo, il giovane potrà sentirsi veramente ricco, scoprire la propria identità e respirare l’eternità. L’invito di Gesù è poi caratterizzato dal gesto delle mani che vanno ad indicare i poveri posti alla sinistra. Si vedono, infatti, un uomo ed una donna, rappresentativi di tutti i miseri: un vecchio zoppo che si sostiene ad una stampella, ed una giovane donna, provata dagli stenti, probabilmente una vedova (occorre ricordare che vedova ed orfani erano nell’antichità due categorie particolarmente svantaggiate). Gesù con questo gesto rivela che Egli sta con gli ultimi e rimane accanto a coloro che non possono ricambiare.
A destra si vede il giovane ricco, in piedi, lussuosamente vestito con abiti pregiati, a cominciare dal copricapo decorato da pietre preziose. E’ ricco, ma non felice, come si nota dal triste, con lo sguardo perso nel vuoto: gli manca qualcosa che gli riscaldi il cuore!
La proposta di Gesù è rivoluzionaria: solo donando il giovane potrà sentirsi veramente ricco, solo distogliendo l’attenzione da sé a favore del prossimo potrà scoprire veramente la propria identità, solo rispondendo con il suo amore concreto a quello sguardo di amore potrà respirare l’eternità.