Un’ennesima vittima del mesotelioma pleurico: è Flavia Debernardis che il Signore ha chiamato nella sera di domenica 15 settembre, all’età di 60 anni, in una vita spesa sempre per il bene dei più poveri, specialmente in Africa.
Vivissima l’impressione che la sua morte ha destato in tutto il paese che l’ha seguita con affetto dallo scorso anno, quando gli era stato diagnosticato il male, contro il qual3 ha combattuto con coraggio e con fede. La sua è una famiglia dalle salde radici cristiane che in lei si sono espresse nelle scelte fatte nella sua vita. Dopo aver ottenuto, nel 1989, il diploma di assistente sociale a Torino, era partita come volontaria in una missione delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Benin. Era un piccolo ospedale dove scoprì la sua vocazione come infermiera. Infatti, al ritorno in Italia, intraprese gli studi come infermiera professionale conseguendo il diploma nel 1994. Decise allora di tornare in Africa nell’allora Zaire (oggi Repubblica democratica del Congo), in quella regione (il Nord Kivu) ancora oggi segnata da una guerra fratricida. Erano gli anni del genocidio del Ruanda e Flavia fu attiva a Goma, in diversi campi profughi. Tornò ancora in Europa per specializzarsi ad Anversa (in Belgio) in Medicina Tropicale per tornare poi in Africa, nel 1997 a Nyamilima, villaggio a pochi chilometri dal confine con l’Uganda, dove resterà per undici anni, nella missione dei Padri Caracciolini, per aprire un nuovo ospedale nel quale lavorò come infermiera e responsabile della farmacia. Qui incontrò Paluko Jean Bosco Kalondero (in Ospedale come tirocinante) e con il quale si sposò nel 2001 e da cui sono nati i due figli (Clement e Francesco). La situazione nel Nord Kivu purtroppo andò peggiorando e costrinse i coniugi Kalondero a rientrare in Italia per mettere al sicuro i loro figli. Qui con il marito continuò il lavoro come infermiera presso l’Opera Diocesana di assistenza. Nel 2006 ricevette il Premio della Pace 2006, promosso dalla Consulta comunale per la Pace di Casale Monferrato.
Al funerale mercoledì 18 settembre celebreranno con il prevosto il cugino padre Agostino ed altri sacerdoti giunti da Roma (delle Congregazione dei Padri Caracciolini) a cui Flavia era particolarmente legata.
Al marito Paluku Jean Bosco, ai figli Clement e Francesco, alla sorella Maria Paola e al fratello Daniele e ai parenti vadano le condoglianze dei nostri lettori.