La bellezza nella Parola

“In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».” (Lc 1,39 – 45)

Colei che credendo, ha portato in grembo il Figlio di Dio, non può subire la corruzione della carne, ma è assunta nella gloria dei Cieli. In modo straordinario lo rappresenta Antonio Allegri detto il Correggio in un affresco (1093×1155 cm alla base), databile al 1524-30 circa e situato nella cupola sopra l’altare maggiore della Cattedrale di Parma. Egli concepì l’Ascensione di Maria in cielo in un vorticoso intreccio di figure che accompagnano la Vergine verso il cerchio dei beati. Al centro della cupola vi è il Cristo, che discende dalla luce con una posa plastica e per l’epoca molto innovativo.
Il vortice di corpi in volo crea una spirale che annulla l’architettura della cupola, eliminando la fisicità della struttura muraria: i personaggi infatti, più che sembrare dipinti sull’intonaco, sembrano librarsi in aria.

Nella cupola gli apostoli si ergono sul finto cornicione in marmo, a due a due, in corrispondenza degli angoli dell’ottagono di base, nascondendone la geometria e rendere tondo il campo pittorico. La figura della Vergine con veste rosa e manto azzurro, le braccia aperte si trova sul lato occidentale della cupola, verso l’abside, visibile da chi, percorrendo la navata maggiore della cattedrale, si fermi ai piedi della grande scalinata.  Tra la barriera di volti che attorniano Maria, emergono coll’intero busto i progenitori, a sinistra Adamo e a destra Eva con in mano il frutto, non è più segno di condanna e dolore, ma di salvezza.

A destra e a sinistra di Maria si possono identificare altri personaggi biblici, tra cui Giuseppe col bastone e il giglio. E poi Abramo e il figlio Isacco, Davide, Giacobbe con la grande barba e Melchisedek. Dall’altro lato, Marta e Maria, e altri tre volti, forse Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome, ed infine Giuditta con la sua ancella che regge il capo mozzato di Oloferne. Nel volto d’uomo con capelli e barba rossastra si riconosce il Correggio. Quasi al centro della calotta, piena di luce che dal giallo diventa bianco candido, il paradiso verso cui sale Maria.