La bellezza nella Parola

“Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.” (Gv 6, 5-11)

Iniziamo questa domenica la lettura di Gv 6, il cosiddetto “discorso del pane di vita”, con il racconto del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, presente i tutti e quattro i vangeli.

Il miracolo evangelico è meravigliosamente illustrato dal pittore barocco Bartolomeo Letterini, in un grandioso dipinto (andrebbe certamente conosciuto e diffuso maggiormente) posto nel presbiterio (a sinistra) della Chiesa di san Pietro martire a Murano (VE), databile intorno al 1721 e dove si possono ammirare altre opere dell’artista veneziano.

Il Signore Gesù è il punto focale di attenzione per l’osservatore, anche se leggermente spostato a sinistra. Domina anche cromaticamente la figura illuminata dalla luce che rifulge (come un’aureola) sulla sua testa. Luce che proviene anche dal Cielo che si apre sullo sfondo, in cui si possono notare il lago di Galilea, la fortezza di Tiberiade. Letterini coglie la scena a miracolo avvenuto. Infatti si vedono i discepoli (ben caratterizzati) che passano tra la folla sparsa in tutto il paesaggio, con le ceste per dare a tutti il cibo che Gesù ha moltiplicato, grazie alla disponibilità di un ragazzo che potrebbe essere identificato con il giovinetto (a sinistra) che accompagna uno degli Apostoli nella distribuzione del cibo.

E’ una scena aperta, anche se delimitata a sinistra dell’enorme albero (che simbolicamente unisce il Cielo e la Terra, dalla radice fino in alto, andando oltre lo spazio della tela) e della roccia finale. La fola è immensa e composita nei due gruppi a sinistra (sulla montagna) e a destra (nella piana). Gente colta nella loro vita e povertà esistenziale.