La bellezza nella Parola

“In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose”. (Mc 6, 30-34)

Il vangelo domenicale in queste domeniche estive, con l’invito di Gesù al riposo ci mostra anche come in Lui possiamo trovare riposo e conforto. Egli è il Buon Pastore che possiamo cogliere nella statuetta del Buon Pastore, ritrovata nelle Catacombe di san Callisto ed oggi custodita nei Musei Vaticani. (Museo Pio Cristiano) databile intorano alla fine del III secolo. La statua, in realtà un altorilievo, il particolare di un’opera più grande andata distrutta, (probabilmente un sarcofago), un “fragmento di bassorilievo”, la cui forma, in seguito all’intervento di restauro, “è stata ridotta ad una buona figurina” a tutto tondo (cm. 100 x 36 x 27).

Il tema del “pastore” è uno tra i più emblematici dell’arte cristiana antica e la statuetta è senza dubbio la più celebre ed evocativa tra le sue rappresentazioni che ritroviamo in tutta l’arte paleocristiana, in affreschi, sculture, mosaici. La radice evangelica di tale iconografia si innestò però su un ramo già vivo e fecondo: il crioforo, cioè la figura maschile con un agnello o un ariete sulle spalle, molto diffusa già nell’arte greco-romana, con una pluralità di significati. Gli artisti cristiani utilizzarono, in modo naturale e senza storture, la vecchia simbologia alla luce del messaggio evangelico.

La statua raffigura un giovane pastore, imberbe, con lunghi e fluenti riccioli che coprono le orecchie e toccano le spalle, la testa rivolta verso destra. Indossa una tunica senza maniche e con una sporta indossata a tracolla, portando, con molta delicatezza, un agnello sulle spalle. E’ il buon Pastore, ma anche la vittima, quella che con il proprio sacrificio ha dato agli uomini la salvezza.