“Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.” (Mc 4, 30-34)
La pagina evangelica di questa domenica indica la scelta comunicativa di Gesù attraverso alle parabole a cui affida il suo messaggio per spiegare il regno di Dio, in un momento difficile del suo ministero, per suggerisce come la crescita della verità, pur lenta, sia sicura.
Associo (come già fece a suo tempo mons. Verdun) a questa riflessione il mosaico absidale in Santa Maria Maggiore, una delle grandi quattro Basiliche romane, dove il Papa si reca spesso (specie prima di un viaggio apostolico) nell’affidamento a Maria Salus Populi romani (la cui immagine è qui custodita). L’opera (eseguita tra il 1291 ed il 1296) su disegno di Jacopo Torriti (pittore e mosaicista appartenente alla cosiddetta Scuola romana di pittura, una delle più importanti correnti tra XIII e XIV secolo) presenta un‘immagine del regno di Dio, con Cristo (in abiti imperiali dorati ed il nimbo crociato) che incorona Maria, seduta su un trono accanto a Lui, mentre, con l’altra mano, tiene aperto il libro con la scritta: “Veni electa mea ed ponam in te thronum meum (vieni, mia eletta e porrò il mio trono in te)”. Le due figure sono racchiuse in una sfera: un cielo stellato dove il sole (sotto Cristo) e la luna (sotto Maria) sono invece posizionati sotto il gradino del trono.
Il tutto, in un trionfo di spirali d’acanto che ricoprono l’abside dal fondo d’oro. All’interno delle spirali, come sui rami in una foresta, ci sono alcuni uccelli riprodotti in modo magistrale (cicogne, pavoni, aquile, colombe, beccacce). Ai due lati del trono, due gruppi formati ciascuno da otto angeli e un serafino e, al di là, due gruppi di santi e i committenti. A destra: il card.Colonna, il Battista, l’apostolo Giovanni e Antonio da Padova. A sinistra: papa Niccolò IV, Pietro, Paolo, Francesco (con le stigmate)
L’immagine è collocata su una piccola raffigurazione della morte di Maria, rappresentando il trionfo della Vergine come frutto di un processo offerto (come nelle parabole del vangelo odierno). Il mosaico indica così la meta di ogni vita umana.