“Gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l’uomo forte; allora ne saccheggerà la casa.” (Mc 3,22-27)
Dopo le due solennità del Signore, riprende il ciclo delle domeniche del tempo ordinario. Nel brano evangelico di Marco proposto per la X domenica Gesù si scontra con l’incomprensione degli scribi. Mi fermo a cogliere questo momento attraverso all’opera di Jean Augustin Franquelin e visibile nella Cattedrale di San Gaziano (o Graziano) di Tours, tra le più note ed importanti della Francia e dell’Europa. Franquelin, pittore neoclassico della prima metà del XIX secolo divenne noto grazie alle sue opere, che rappresentano scene di vita pubblica.
Gesù al centro dell’opera in una conversazione vivace e partecipata. All’ingresso forse del tempio, attorno a Gesù, al centro, con un luminoso manto bianco, sono raffigurate persone in movimento, vestite con abiti di colori diversi e vivaci, indaffarate a parlare molto anche con le mani, quasi nel tentativo di convincere il Rabbì. Questi, con la destra sul cuore e la sinistra in alto ad indicare il Padre, sta fissando il suo principale interlocutore proponendo a lui, ai compagni e a noi la strada autentica del come vivere di fronte alla legge e a Dio: dall’esteriorità all’interiorità, dalle cose al cuore.
L’artista riesce a focalizzare l’attenzione sulla scena della disputa tra Gesù ed i suoi interlocutori che in modo anche accorato accusano il Maestro di essere posseduta dal demonio.
E’ Cristo che porta la vittoria dell’uomo su satana, perché ha la missione di «ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo» (Eb 2,14); di «distruggere le sue opere» (1 Gv 3,8); in altre parole, di sostituire il regno del Padre suo a quello di satana (1 Cor 15,24-28; Col 1,13s.).