La bellezza nella Parola

“Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».” (Mc 14,22-25)

Il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena è in modo straordinario rappresentato da Peter Paul Rubens in un’opera conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano (databile nel 1632) e che trova repliche, come nell’arazzo conservato al Museo diocesano di Ancona. Faceva parte della pala commissionata all’artista fiammingo da Catherine Lescujer per l’altare del S.S Sacramento nella chiesa di San Romualdo a Malines.

E’ un olio su tavola di grande dimensioni (m. 3,04 x 2,06) dove Cristo siede a tavola circondato dagli apostoli mentre benedice il pane e il vino. Gesù è ritratto circondato da un leggero nimbo di luce, con gli occhi rivolti verso l’alto, a manifestare la sua comunione con il Padre e l’aderenza alla sua volontà. Gli apostoli sono posti attorno a un tavolo quadrato (e non rettangolare), come da lunga tradizione pittorica.

A destra di Gesù c’è Pietro a, a sinistra (reclinando il capo sulla spalla di Gesù), c’è Giovanni: sul lato opposto dl tavolo (davanti) c’è invece Giuda con una posa contorta ed uno sguardo accigliato, espressione esteriore del suo stato mentale agitato con uno sguardo che sembra voler interrogare l’osservatore, quasi a volerne saggiare le intenzioni e a ricercarne la complicità.

Sotto suoi i piedi un cane rosicchia un osso, da interpretarsi come il simbolo dell’avidità o della bramosia e, in ultima analisi, di Satana e della grettezza degli interessi materiali, anteposti a quelli spirituali, del discepolo che ha tradito il Maestro. L’ambientazione della scena è una chiesa dall’imponente struttura architettonica; i decori della navata e dell’altare (di matrice barocca) rimandano l’episodio all’adorazione eucaristica (in riferimento al Corpus Domini o al Giovedì santo). La mensa, volutamente minimalista, presenta un calice colmo di vino ed il pane che, posti davanti a Cristo, ribadiscono l’origine dell’Eucaristia e la presenza viva e reale del Redentore in Essa. In basso a destra, c’è un catino con due brocche, in primo piano, che rimandano alla narrazione dell’Ultima cena (Gv 13), ed in particolare alla lavanda dei piedi.