“In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».” (Mt 28,16-20)
Una straordinaria immagine della S.S. Trinità ci è offerta dal “Trono di Grazia” (o Trono di gloria), opera del pittore fiammingo Vrancke van der Stockt del XV secolo), custodita nel Museo Diocesano di Caltagirone, in Sicilia, realizzata tra il 1485 e il 1495.
Si tratta di un particolare modello iconografico che, nel medioevo, soprattutto a partire dal XII secolo, si sviluppò nell’arte cristiana europea dove la figura del Padre Eterno regge il Cristo in croce davanti al suo petto, quasi ad esibirlo ai fedeli, mentre la colomba dello Spirito Santo appare in posizione variabile. Essa divenne ben presto la rappresentazione più diffusa, quasi canonica, della Trinità che prese in seguito il nome di “Trono di grazia”, nome che deriva dalle parole della “Lettera agli Ebrei”. Si tratta di una rappresentazione compatta, verticalmente quasi simmetrica, idonea a divenire un’icona facilmente riproducibile.
La tavola in legno conservata a Caltagirone è posta su due piani, quello superiore con la S.S. Trinità attorniata da due arcangeli, Gabriele (a sinistra che porta il giglio) e Michele (a destra con la spada). E’ il trono di Grazia, con Dio Padre, assiso sul trono, che accoglie e mostra il Figlio morto, mentre tra i loro volti aleggia la colomba dello Spirito Santo. Tale immagine, evocativa dell’amore misericordioso di Dio, si potrebbe quasi definire una Pietà al maschile. In quello inferiore c’è Giovanni (in uno splendido abito rosso che regge la Madonna che Gesù gli ha affidato (a sinistra) e la Maddalena, colta in un gesto di dolore straziante. Gesù appoggia i piedi su una grande sfera che simboleggia il mondo che è venuto a salvare che con la mano mostra la ferita del costato. La sfera, l’apocalittica nube rossa, gli Arcangeli ai lati del trono, sono tracce che indirizzano il visitatore verso il tema dell’Ultimo Giudizio.