“Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo.” (At 11, 6-9)
L’iconografia tipica dell’Ascensione, abbastanza simile a quella della Trasfigurazione, della Risurrezione e della Pentecoste, prevede una scena divisa in due pari distinte: una superiore con Cristo, una inferiore con gli Apostoli.
Rembrandt affronta il tema, in un’opera conservata a Monaco di Baviera (Alte Pinakothek) e datata 1636, concependo una composizione intensa dai fortissimi contrasti chiaroscurali. Gesù è nella parte superiore, in alto, al centro, vestito di bianco, immerso nella luce (che sembra, in realtà, emanata dal suo stesso corpo), irrompendo nelle tenebre come un lampo folgorante. Tende le braccia al Cielo, mentre viene sospinto da un gruppo di putti verso un dardeggiante infuocato Spirito Santo
Gli apostoli; nella parte inferiore, sono disposti a circolo, gesticolanti o in preghiera, restando immersi nell’oscurità che sembra risucchiarli verso il basso. Tuttavia l’artista sa animare gli Apostoli, con sapienti tocchi di luce, conferendo stupore ed estasi all’espressività dei volti.
Da quel buio in cui gli uomini paiono franare, emergono anche scarse testimoniante di paesaggio, come la palma a sinistra quasi sradicata. La composizione circolare degli Apostoli e degli Angeli, sembra dare slancio all’ascesa verticale di Gesù in cielo, la cui luce emerge come una resurrezione.
La forte caratterizzazione tonale, infine, conferisce al dipinto una intensa tensione emotiva che suscita emozione e ci commuove.
Come capita spesso in questo tempo della storia dell’arte, si può riconoscere anche l’autoritratto di Rembrandt, mescolato tra i discepoli, nell’uomo con la barba che alza lo sguardo con stupore.