All’Udienza generale di mercoledì 24 aprile 2024, il Papa, continuando la catechesi sulla virtù, ha parlato della vita di grazia secondo lo Spirito considerando le tre virtù teologali, fede, speranza e carità che sono “il pegno della presenza e dell’azione dello Spirito Santo”.
Nelle scorse settimane aveva riflettuto sulle quattro virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) che “appartengono a una sapienza molto antica, che precede anche il cristianesimo”, come un patrimonio dell’umanità che il cristianesimo ha accolto, “valorizzato, purificato e integrato nella fede”, perché “nel cuore di ogni uomo e donna” c’è “la capacità di ricercare il bene”.
Ora lo Spirito Santo ci è donato “perché chi lo accoglie possa distinguere chiaramente il bene dal male”, e, scegliendo il bene, “raggiungere la piena realizzazione di sé.”
Così, nel cammino verso la pienezza della vita (che è il destino di ogni persona), “il cristiano gode di una particolare assistenza dello Spirito Santo, lo Spirito di Gesù”, attraverso “il dono di altre tre virtù, prettamente cristiane, che spesso vengono nominate insieme negli scritti del Nuovo Testamento”. Sono gli atteggiamenti fondamentali a caratterizzare la vita del cristiano, tre virtù (la fede, la speranza e la carità) che gli scrittori cristiani hanno chiamate virtù ‘teologali’, in quanto “si ricevono e si vivono nella relazione con Dio, per differenziarle dalle altre quattro chiamate ‘cardinali’, in quanto costituiscono il ‘cardine’ di una vita buona”. Le abbiamo ricevute nel Battesimo, donate dallo Spirito Santo. Le une e le altre compongono “un meraviglioso settenario, che spesso viene contrapposto all’elenco dei sette vizi capitali.” Il Catechismo della Chiesa cattolica dice che le virtù teologali “fondano, animano e caratterizzano l’agire morale del cristiano. Esse informano e vivificano tutte le virtù morali. Sono infuse da Dio nell’anima dei fedeli per renderli capaci di agire quali suoi figli e meritare la vita eterna. Sono il pegno della presenza e dell’azione dello Spirito Santo nelle facoltà dell’essere umano.” (n. 1813)
La presenza dello Spirito introduce una differenza radicale, perché mentre l’osservanza delle virtù cardinali potrebbe generale persone eroiche nel loro sforzo di compiere il bene, “il cristiano non è mai solo. Compie il bene, non per un titanico sforzo di impegno personale, ma perché, come umile discepolo, cammina dietro al Maestro Gesù”. Si può dire che le virtù teologali “sono il grande antidoto all’autosufficienza” che ci mettono al riparo dal diventare presuntuosi e arroganti! La superbia “è un veleno potente: ne basta una goccia per guastare tutta una vita improntata al bene.”
Uno può compiere tante opere buone con riconoscimenti ed encomi, “ma se tutto ciò l’ha fatto solo per sé stesso” non può dirsi una persona virtuosa. Il bene (che “non è solo un fine, ma anche un modo“) ha precise caratteristiche, come la discrezione e la gentilezza, la spogliazione “di quella presenza a volte troppo ingombrante che è il nostro io“. Se “il nostro ‘io’ è al centro di tutto, si rovina tutto”.
Per correggere tutte queste situazioni, che a volte diventano penose, le virtù teologali ci aiutano soprattutto nei momenti di caduta, perché “tutti cadiamo, nella vita, perché tutti siamo peccatori.”
Di qui l’invito ad aprire “il cuore allo Spirito Santo, il Maestro interiore”, perché ravvivi in noi le virtù teologali: “allora, se abbiamo perso la fiducia, Dio ci riapre alla fede; (…) se siamo scoraggiati, Dio risveglia in noi la speranza; e se il nostro cuore è indurito, Dio lo intenerisce col suo amore”.
Chiediamoci:
- Guardo al cuore di ogni uomo e donna in cui c’è la capacità di ricercare il bene?
- Invoco lo Spirito Santo per distinguere chiaramente il bene dal male?
- Scelgo il bene, per raggiungere la piena realizzazione di me stesso?
- Comprendo che le virtù teologali sono gli atteggiamenti fondamentali che caratterizzano la vita del cristiano?
- Sto in guardia dalla superbia, veleno potente che può guastare tutta una vita improntata al bene?
- Cammino, come umile discepolo, dietro al Maestro Gesù?
- Riconosco che tutti cadiamo, nella vita, perché tutti siamo peccatori?