“Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.” (Lc 24,36-43)
Mattia Preti, grande interprete del barocco italiano, ripropone l’episodio dell’apparizione del Risorto
ai discepoli in un’opera eseguita tra il 1670 ed il 1675 ed ora conservata al Museo de Bellas Artes
di Siviglia. Era detto “il Cavalier Calabrese”, perché nato in Calabria e fatto cavaliere dal papa
Urbano VIII durante la sua attività a Roma, dove fu attivo oltreché a Napoli, e a Molta, dove lavorò
per tutta la seconda parte della sua vita e morì.
Gesù è sulla destra con il petto scoperto che mostra i segni della passione, con un lenzuolo bianco
reggente il vessillo della resurrezione mentre sembra voler rassicurare i suoi apostoli che credono
di vedere un fantasma che “per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore (Lc
24,41).
Lo spazio è reso dinamico anche dal taglio obliquo del gruppo degli Apostoli, e dalla figura di
Cristo, solenne e maestosa, che chiude lo spazio sulla destra del dipinto, enfatizzando la teatralità
dei gesti e della sorpresa che si può leggere sul volto dei presenti. I discepoli sono ritratti con le
mani, le bocche semiaperte, gli occhi sorpresi e puntati su Cristo redivivo, come un fatto che
finisce per coinvolgere anche noi spettatori di fronte alla straordinarietà di ciò che vediamo, nella
manifestazione del Cristo risorto.
Straordinario è come Mattia Preti sia riuscito a rendere l’espressione nei loro volti, tipica della
sorpresa e dello spavento, nell’atteggiamento di ritrarsi, in un linguaggio emozionale che è tipico
della cultura pittorica di un Seicento ormai maturo.
Nel gioco di chiaroscuri si intravedono alcuni oggetti sul fondo ed un quadro appeso alla parete dlel
stanza, mentre sul tavolo insieme ad alcune stoviglie si intravvedono pesce e pane (in chiaro
riferimento eucaristico). Dell’opera poi si conoscono altre copie eseguite dallo stesso artista o da
qualche suo seguace.